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14 years ago @ Ibrid@menti - Freud e Camon: appunti... · 0 replies · +1 points

@Claudio, ti ringrazio del link e mi dispiace molto non popter partecipare (troppo lontano !). Spero tu abbia la possiiblità di mettere poi in rete qualcosa del seminario. Sulla "benevolenza" concordo appieno. Anche se credo che la rete sia un luogo che favorisce i discorsi critici, di approfondimento e spesso molto diversi da quelli che leggiamo nella carta stampata. Appena ho letto su FB la recensione alla recensione di Fabio, mi è piaciuta molto. Pur rispettando l'opinione di Camon, che ammiro come scrittore, credo anche sia possibile dare voce anche ad altre letture, più legate appunto alle pratiche e ad una attualizzazione del pensiero di Freud.

14 years ago @ Ibrid@menti - "io aspetto l'ipad nan... · 0 replies · +1 points

@Alberto, esatto :-)

14 years ago @ Ibrid@menti - Freud e Camon: appunti... · 0 replies · +1 points

un testo decisamente "critico" il tuo Fabio, ma che giudico importante perché, al di là dell'attenzione che Ferdinando Camon ha sempre dedicato a questi argomenti, mette in luce la distanza che può esserci tra le pratiche degli analisti e una lettura del testo di Freud che, pur aderente al testo, è più lontana da tali pratiche. Grazie!

14 years ago @ Ibrid@menti - Facebook è un disposi... · 0 replies · +1 points

@Annamaria, se ci fosse un "ritorno al blog" io ne sarei contentissima. Quanto tempo in meno si perdeva !!! :-)

14 years ago @ Ibrid@menti - Facebook è un disposi... · 0 replies · +1 points

certo! :-)

14 years ago @ Ibrid@menti - Facebook è un disposi... · 0 replies · +1 points

@Mario, grazie del tuo articolato comento. Sul passaggio al visivo non ci sono dubbi: la scrittura (e poi l'invenzione della stampa, in particolare) sono stati il primo importante passaggio. Oltre a MCLuhan c'è anche Ong che ha lavorato molto su quersto punto. Con gli schermi del pc si potenzia lo spostamento al visivo e il legame fortissimo tra parola, scrittura e immagine Nel virtuale fanno un tutt'uno e dove è ancora possibile "distinguerne" i piani, si tratat comunque di daperne leggere le relazioni, i nessi. D'accordo con te su questo punto. E grazie per il resto del tuo articolato commento

14 years ago @ Ibrid@menti - Facebook è un disposi... · 0 replies · +1 points

ecco appunto :-)

14 years ago @ Ibrid@menti - Facebook è un disposi... · 0 replies · +1 points

@Rosamaria, anche a me dà l'impressione di un luogo che abbandoneremo lentamente e se lo faremo sarà per andare su un'altra "piazza" virtuale altrettanto affollata e mangiatempo. Ma sono solo impressioni! Quel che invece so è che per esempio nella Pet Society ti danno in dotazione una tv per il tuo pet e non puoi né venderla, né gettarla via, né riciclarla. Devi per forza tenerla. Come se appunto non sia nemmeno ipotizzabile che senza tv si possa stare. E poi un mondo di altre cose, tra cui quella non trascurabile che ti convincono un pò alla volta a buttare un sacco di soldi veri per comprare cose varie al tuo animaletto virtuale. E lo fanno in modo estremamente persuasivo.

14 years ago @ Ibrid@menti - Facebook è un disposi... · 0 replies · +1 points

@Minerva, in effetti non ci avevo fatto caso, ma dev'essere come dici. I blogger ne sanno già più una del diavolo e di conseguenza "ci cascano" meno :-) Una cosa che emergeva in molti commenti alla nota su FB, che riprendeva questo post, era proprio il fatto che la valanga di utenti che si sono per la prima volta affacciati ad Internet a partire da Facebook, non conoscono altri luoghi della rete e di conseguenza è più facile che si facciano prendere la mano dal dispositivo...

14 years ago @ Ibrid@menti - Facebook è un disposi... · 0 replies · +1 points

Mario, ancora un pò e mi sciolgo in lacrime :-)
Comunque confermo che i maestri sono Foucault e Deleuze. Non ho appesantito ulteriormente il post con le dovute citazioni che ora aggiungo velocemente. Obbligatori almeno due riferimenti:
Foucault parla in modo esplicito di dispositivo nel 1977, nel corso di un dibattito con gli psicoanalisti lacaniani della rivista “Ornicar", ma l'opera che ho più utilizzato e rimeditato è Deleuze G., Qu’est-ce qu’un dispositif, Edition du Seuil, Paris 1989, tr. it. Che cos’è un dispositivo?, Edizioni Cronopio, Napoli 2007.
E' un breve saggio che approfondisce in modo sistematico il concetto di "dispositivo".
Ma vabbé le citazioni servono forse a poco... anche se, secondo me, questi due autori ci danno gli strumenti per capire e per dire che cosa succede nel "virtuale".
Per dire come i dispositivi ci forgiano e per dire come noi a nostra volta li cambiamo.
Perché, appunto, quando si analizza la manifestazione del popolo viola, si vede come le persone piegano i dispositivi fino a farne contenitori di vissuti e di idee.
Non vorrei che il mio post fosse preso come un post contro Facebook. E' solo un modo per capire. Ma come ho già detto tante volte FB può diventare il più creativo tra gli strumenti che abbiamo a disposizione. A condizione che lo si conosca, se ne parli, lo si "abiti" con consapevolezza e in modo critico.
E come Facebook così anche il prossimo Facebook e tutti gli altri "luoghi" della rete.