Elezioni siciliane, l'Istituto Cattaneo "I voti di Grillo conquistati a sinistra" Gli esperti dell'istituto di ricerche bolognese hanno analizzato il flusso di voti confrontando l'ultima tornata elettorale con quella per il sindaco di Palermo. "Meno rilevante il flusso proveniente dal centrodestra". Dai dati si vedono gli effetti dell'astensionismo, vero "vincitore" di questa sfida: il Pd ha dimezzato i voti (da 505mila a 257), tonfo del Pdl (da 900mila a 257mila)
Urla e spintoni, con gli agenti che cercavano di fermare gli operai della Irisbus mentre Bersani saliva sul palco del teatro Partenio di Avellino per raccontare la sua sfida verso le primarie del Pd.
Ma la contestazione è stata dura, con momenti di altissima tensione: gli operai hanno occupato il palco, bloccando la manifestazione per una decina di minuti. La situazione si è sbloccata solo quando è stato consentito ad uno dei rappresentanti delle tute blu di Flumeri di parlare sul palco e denunciare la rabbia e la disperazione dei settecento operai dello stabilimento chiuso da Fiat più di un anno fa.
“Bersani ci hai tradito, hai snobbato il nostro dramma”, ha detto a muso duro il delegato di Resistenza operaia che ha letto un documento indirizzato al leader nazionale del partito. “Il Pd locale non è stato capace di dare voce al nostro calvario”, ha denunciato ancora l’operaio, applaudito a lungo dai colleghi in sala.
Bersani a quel punto ha stravolto la scaletta del suo intervento, lasciando da parte all’inizio il tema delle primarie: ”Non ho mai chiuso la porta a nessuno e non è giusto accusarci di disattenzione", ha ribadito smentendo di aver tradito gli impegni presi nella conferenza nazionale sul lavoro del giugno scorso quando promise un intervento sul presidente della conferenza delle Regioni Vasco Errani per discutere del rinnovo del parco autobus.
"Vi confermo il mio impegno – ha detto Bersani - ma siamo in una situazione difficile e non abbiamo tutte le leve del comando". La contestazione, a tratti molto tesa, e' nata dalla decisione dei dirigenti locali del Pd di impedire agli operai della Irisbus di esporre uno striscione con la scritta "L’Irisbus non si tocca. Noi non molleremo".
E meno male che si era ritirato. Francesco Pettinato, candidato di Idv a Messina, era stato al centro, nelle scorse settimane, di una polemica, sollevata inizialmente dal “Fatto quotidiano”. Il giornale aveva raccontato di una iscrizione di Pettinato nel registro degli indagati a causa di una presunta infiltrazione della mafia in un appalto per la costruzione di pale eoliche nel comune di Fondachelli, nel Messinese, del quale è sindaco. Già negli anni '90, Pettinato, che allora non ricopriva alcuna carica istituzionale, venne messo agli arresti con l'accusa di associazione a delinquere ed abuso per aver manovrato le decisioni dell'amministrazione comunale riguardo la costruzione di una strada in prossimità del suo paese, ma tutto terminò con la prescrizione del reato. Dopo un passato nell'Mpa, per Pettinato è arrivata la candidatura con i dipietristi. Una corsa verso Sala d'Ercole che sembrava essersi interrotta dopo quelle inchieste, con un nobile passo indietro: “Non sono mai stato condannato, ma mi ritiro per non mettere in difficoltà il mio partito”. E chissà allora se il partito s'è trovato in difficoltà, visto che Pettinato ha finito per ottenere la bellezza di 2.921 voti, piazzandosi in testa alla lista dell'Idv a Messina. Insomma, altro che ritiro... Pettinato non è un deputato dell'Ars solo perché il partito di Di Pietro, in Sicilia, non ha superato lo scoglio del 5%.
Nichi Vendola si prepara al suo D-day. Domani è il giorno della sentenza di primo grado dell’inchiesta barese che lo vede imputato per abuso d’ufficio. E in caso di condanna, il governatore pugliese ha già affermato che lascerà la politica. Non solo la gara delle primarie, ma tutta “la scena pubblica”, come ha sottolineato oggi al forum in diretta su Corriere.it. Nichi si prepara al suo grande giorno. Come? Mettendo fuori il ‘se stesso’ che, in caso di assoluzione, caratterizzerà la sua campagna per le primarie, assicurano i suoi. Un se stesso che ha preso linfa dalla sconfitta in Sicilia.
Strano ma è così. Perché al netto dell’amarezza per non aver superato la soglia di sbarramento per entrare all’Ars, al netto dell’autocritica e dei processi interni sulla scarsa presa di Sel in Sicilia, c’è un dato che Vendola ha cominciato a sottolineare già ieri sera da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’. E cioè che nemmeno Pier Luigi Bersani può rallegrarsi oltremodo della vittoria siciliana. Non per Rosario Crocetta ma per gli alleati, dall’Udc a quelli nuovi che dovrà cercare nelle liste di Lombardo o Miccichè. “Meglio perdere ma dimostrare una diversità”, sostiene Vendola, facendo riferimento agli affari di mafia che hanno interrotto le giunte di Lombardo e Cuffaro, la prima appoggiata anche dal Pd, la seconda dall’Udc. “Unità non vuol dire accrocchio trasformista” interessato solo al “potere”, insiste. Il governatore non fa sconti nemmeno all’alleato Bersani. La sua è una “proposta debole, un vorrei ma non posso, una social-democrazia che giorno dopo giorno prova a costruire compromessi deboli con culture liberiste che pure spadroneggiano anche nel centrosinistra”.
E’ su questo che insisterà Vendola se domani i giudici di Bari non lo condanneranno. Convinto di poter vincere alle primarie e soprattutto di poter contare sull’ondata favorevole che si scatenerà in caso di assoluzione, dopo l’annuncio che si sarebbe ritirato a “vita privata” in caso di condanna. “C’è chi, se condannato, pensa di scendere in campo. Io penso che mi difenderò da privato cittadino, per rispetto al partito e alle istituzioni, senza l’aiuto della ribalta mediatica”. Domani si vedrà.
renzi,condannato dalla corte dei conti per aver sperperato migliaia di euro con la florence multimedia ai tempi della provincia,stasera ci parla di sprechi della politica.....
Ha due facce il 'day after' del voto siciliano, per il Pd: quella pubblica della rivendicazione orgogliosa della vittoria e quella delle conversazioni 'private' fatte di letture assai più complesse e problematiche, come accaduto oggi nel colloquio a quattr'occhi tra Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini. I due si sono visti alla Camera per fare il punto sulla legge di stabilità con Pier Paolo Baretta e Gianluca Galletti, ma prima hanno avuto modo di ragionare da soli sul voto di domenica scorsa e sulle prospettive future. Ieri Casini aveva invitato esplicitamente Bersani a "tirare le somme" sull'alleanza con Sel, per il leader Nichi Vendola non può essere un compagno di strada nella prossima legislatura; Bersani, stamattina, avrebbe risposto con un ragionamento che ha sintetizzato con una delle sue battute: non essere 'choosy', qui non stiamo costruendo una coalizione, ma un fronte per fermare i populismi, vecchi e nuovi. Proprio il dato siciliano è il punto di partenza del ragionamento di Bersani: un elettore su due non ha votato e il 15% circa chi si è recato alle urne ha scelto Beppe Grillo. Complessivamente, insomma, circa il 60% dei siciliani non hanno votato per i partiti tradizionali. Lo stesso Casini, ieri, aveva detto che il dato di Grillo, proiettato su scala nazionale, equivale ad un 25%. Se si aggiunge che il centrodestra era diviso e che Musumeci e Micciché insieme avrebbero battuto Crocetta, la lezione è chiara, secondo il leader Pd: per i centristi non c'è alternativa al rapporto con i progressisti, se non vogliono che vincano i populisti "vecchi", cioé Silvio Berlusconi, o "nuovi", ovvero Grillo. Il leader democratico ha anche ricordato al leader Udc che in tante realtà italiane i "progressisti" comprendono anche Sel: è così a Genova nelle Marche... Se in Sicilia l'accordo non c'è stato è per una scelta di Sel, non per una esclusione decisa da Pd e Udc. Casini, dal canto suo, avrebbe ripetuto il suo ragionamento: non basta vincere, bisogna governare e Vendola è uno dei più accesi detrattori della linea che noi, Pd e Udc, abbiamo sostenuto durante l'ultimo anno in appoggio a Monti. Il leader centrista teme che la "sommatoria" non funzioni e che si debba avere il coraggio di fare una scelta chiara. Anche perché, secondo Casini, Vendola non riesce a 'coprire a sinistra': il voto siciliano, ha fatto notare il leader Udc, dimostra che la protesta la intercetta Grillo e non Sel, né Idv. Bersani e Casini avrebbero anche accennato alla legge elettorale e il leader Pd avrebbe anche assunto un atteggiamento dialogante sul tema delle preferenze, anche se molti centristi pensano che sia solo un modo per prendere tempo nella convinzione che alla Camera l'iter della legge si fermerà comunque. La posizione di Casini, peraltro, è simile a quella di molti nel Pd, sicuramente di tutti i 'montiani', ma non solo. E' noto che Walter Veltroni, per esempio, sia convinto da tempo che il partito debba spostare il suo asse ed essere al tempo stesso radicale e riformista, anzi per un 'riformismo radicale'; Giuseppe Fioroni continua a chiedere una maggiore attenzione ai moderati, Enrico Letta è uno dei più convinti sull'agenda Monti e lo stesso D'Alema lavora per una intesa con i centristi. Bersani, però, non ha intenzione per ora di rompere con Vendola. Anzi, il leader Pd guarda con preoccupazione alla sentenza di domani sul presunto abuso di ufficio di Vendola in occasione della nomina di un primario: se il leader di Sel si ritirasse, per Bersani sarebbe un problema, salterebbe l'alleanza costruita in questi mesi. "Sarebbe un grosso guaio - spiega un deputato che sostiene Bersani alle primarie - Sel serve a Bersani per 'bilanciare' l'alleanza che dovrà fare con i moderati. Ma tutti pensano che Vendola non sia stato così sciocco da annunciare il ritiro sapendo di essere condannato".
Una riunione fiume, a tratti tesa e drammatica, dell'ufficio di presidenza del partito, iniziata questa mattina intorno alle 11.30, terminata poco prima delle 20, orario in cui era prevista la prima chiama della fiducia posta dal governo in Aula alla Camera sul ddl anticorruzione, e aggiornata a domani alle 13: così l'Italia dei Valori ha iniziato a fare i conti con la sua situazione politica, dopo il caso di Maruccio nel Lazio, la puntata di Report andata in onda domenica scorsa sui conti del movimento e il risultato in Sicilia dove il soggetto guidato da Antonio Di Pietro si è fermato al 3,5% non superando lo sbarramento del 5% necessario per eleggere deputati all'Ars. Di Pietro, interpellato alla Camera dai giornalisti sull'andamento della riunione, si è trincerato dietro un mutismo assolutamente inedito per l'ex pm: nemmeno una parola. Il leader Idv è andato via da Montecitorio con la testa china su alcuni appunti senza mai alzare lo sguardo. Secondo alcune indiscrezioni, però, la riunione nella sede del partito a via Santa Maria in Via, proprio dietro la Galleria Alberto Sordi, non è stata facile: lo dimostra la durata, quasi nove ore a fronte delle due o tre solite impiegate per prendere decisioni dall'ufficio di presidenza che è composto, oltre a Di Pietro, dai capigruppo di Camera e Senato, Massimo Donadi e Felice Belisario, dal portavoce nazionale Leoluca Orlando, dal capogruppo all'Europarlamento Niccolò Rinaldi, dal tesoriere nazionale, Silvana Mura, dal responsabile nazionale organizzazione Ivan Rota, dal responsabile nazionale Enti Locali, Ignazio Messina, dal coordinatore nazionale dei consiglieri e degli assessori regionali, Carlo Costantini, e dal coordinatore nazionale dei dipartimenti tematici, Maurizio Zipponi. Tuttavia, assicurano fonti parlamentari, tutte le decisioni prese finora sono state all'unanimità. Una di queste è che il congresso, chiesto con insistenza da Donadi, non si terrà prima delle elezioni politiche del 2013.
Santanchè caccia La Russa e Gasparri: "Si facciano un loro partito" La pasionaria azzurra lancia ufficialmente la sua candidatura. "Se ne ho parlato con Berlusconi? Non, non sono mica Ambra con l'auricolare"
La Sicilia ha fatto un passo avanti, c'è un gran sognore alla sua presidenza come crocetta, e un galantuomo come Musmeci che guiderà l'opposizione, il contesto è quello che è...
Ci sarà modo per dividersi su regole, doppio turno, voto ai sedicenni. Ma nel giorno in cui si è riunito il tavolo delle regole del Pdl le primarie del partito del Cavaliere iniziano a prendere forma. Nel modo più caotico possibile, visti amnche i tempi strettissimi. E' già partita la battaglia delle candiature. Una sfida tattica, che scuote un movimento già fiaccato dalle inversioni a U di Berlusconi e da mesi di lacerazioni intere. Al momento sono in campo il segretario Angelino Alfano e Daniela Santanché. Probabilmente Giancarlo Galan e Alessandro Cattaneo, mentre non ha ancora sciolto la riserva Guido Crosetto. Ma in queste ore spuntano già tre nomi destinati a far discutere: Giulio Tremonti, Giorgia Meloni e Maria Stella Gelmini. Tremonti, inannzitutto. Pare che il professore di Sondrio stia valutando la corsa per le primarie di un partito che non ha ancora formalmente abbandonato, ma con il quale ha rotto da tempo. E' di ieri, però, l'indiscrezione su un invito a cena ricevuto da Berlusconi e Bossi. Di certo c'è che oggi alcuni dirigenti hanno notato la presenza di Paolo Naccarato alla riunione di via dell'Umiltà. Secondo alcuni, Naccarato sarebbe vicino all'ex ministro dell'Economia. Ma non basta. Potrebbe partecipare anche Giorgia Meloni. L'indiscrezione rimbalza su Twitter anche per mano di Maurizio Lupi. Lei ufficialmente non si espone e non conferma nulla. Di certo la sua candidatura potrebbe coagulare una fetta consistente degli ex An. In via dell'Umiltà c'è chi azzarda anche un ticket Alfano-Meloni nella corsa a Palazzo Chigi, ma per ora è fantapolitica. Si vocifera anche di una forte competizione interna ad An e della possibilità anche Gianni Alemanno, nonostante le smentite, possa correre. Infine pare prendere forma anche la candidatura di Maria Stella Gelmini. Non è sfuggita a molti la sua presenza alla conferenza stampa di Vialla Gernetto. Seduta in prima fila per ascoltare il Cavaliere. Proprio Berlusconi, secondo alcune fonti, starebbe spingendo per la candidatura dell'ex ministro dell'Istruzione. Un segnale che potrebbe non essere considerato positivo dal segretario Alfano. Nel partito, infine, scoppia l'ennesimo caso. Non è stata gradita l'esclusione del movimento giovanile del Pdl, Giovane Italia, dal tavolo delle regole che si è riunito oggi. Tutti i dirigenti regionali hanno preso carta e penna è hannos critto una lettera di fuoco al segretario Alfano, lamentando la mancata considerazione in vista di un passaggio così rilevante. Questa è l'aria che tira in queste ore, nel Pdl.
Le accuse non sono nuove. Il problema e' stata la reazione, per cosi' dire, incerta di Antonio Di Pietro. E l'Idv ora e' in piena fibrillazione. 'Report', in una puntata dedicata ai rimborsi elettorali dei partiti, ha riproposto una serie di fatti opachi nella gestione dei fondi Idv. Viene sentito Di Pietro ma la difesa del leader appare titubante in alcuni punti. La cosa ha fatto saltare il tappo.
E' un affondo che scuote un partito in cui, gia' da tempo, le scelte del leader non trovano piu' la piena condivisione. 'Scaricato' dal Pd e messo a dura prova dall'escalation del movimento di Beppe Grillo, l'Idv di Di Pietro naviga in acque incerte e quanto uscito ieri a 'Report' (dopo il caso poi del capogruppo laziale Maruccio) peggiora le cose. Per averne un'idea basta dare un'occhiata alla pagina Facebook del leader Idv. E' stata inondata da post di elettori delusi e amareggiati.
Scrive Vito Resta: "Ho visto Report ieri sera, e sinceramente, mi sei scaduto un casino! Sei come tutti gli altri. Anche tu fai parte della casta! Vergogna". Da Marco Cozzo l'accostamento e' perfido: "Che schifo. Predica bene e razzola male. Poi dice a Silvio...". Ultima speranza per molti diventa quindi il Movimento 5 Stelle. Come per Beatriz Jimenez: "Fa tutto schifo. L'unica speranza e' il M5S". E dentro il partito avanza la richiesta di un cambio di passo. Massimo Donadi, che gia' la scorsa estate era stato protagonista di un'inedita dialettica interna nell'Idv, ora rilancia: "Sono assolutamente certo" che Di Pietro precisera', ma "ora serve un congresso straordinario" perche' "i partiti leaderistici" non funzionano piu'.
La puntata di ieri di Report era dedicata alla gestione dei rimborsi elettorali e quanto emerge sull'Idv e' poco lusinghiero per Di Pietro. Si parla della 'moglie-tesoriera', del figlio Cristiano che diventa consigliere regionale in Molise a 22 anni e poi di quei 56 immobili acquistati dalla famiglia Di Pietro che, secondo il servizio della trasmissione di Milena Gabanelli, sarebbero stati acquistati con fondi dell'Idv.
Di Pietro si difende dalle accuse ma va in contraddizione, appare disorientato. Tanto che oggi anche un quotidiano 'amico' come il 'Fatto quotidiano' non e' tenero con il leader Idv: "Anche Di Pietro entra nel mazzo" in quello "piu' numeroso e pericoloso per questo Paese, dei 'furbetti' che hanno progressivamente sostituito l'astuzia alla intelligenza". Ben piu' duri gli elettori. Scrive Massimo Camocardi sulla pagina Fb di DiPietro: "Ma avete visto l'azzeramento della saliva mentre la giornalista lo metteva con le spalle al muro?? stile Fantozzi!! anzi, stile Forlani...".
Rino Frate: "Sono disoccupato, disabile su sedia a rotelle scassata e l'Asl non me ne passa un'altra. Faccio fatica a pagare l'affitto e faccio la fame, votavo Di Pietro perche' avevo bisogno di credere in un uomo onesto. Tonino e tu ti abbuffavi? mi riempivi di chiacchiere e sei uguale agli altri. Perche' dovrei votarti ancora?".
Donadi si dice certo che a breve arrivera' un chiarimento da parte del leader Idv. "Il Di Pietro che ho visto nell'intervista a 'Report' non corrisponde all'immagine della persona con cui ho lavorato fianco a fianco per 15 anni. Sono convinto che chiarira'". Del resto, spiega, "si tratta di fatti vecchi e mai provati". Pero' ieri c'e' stata una novita. "La novita' e' che ora, in qualche modo, quei fatti non vengono smentiti ma anzi riconosciuti". Proprio per le "incongruenze" di Di Pietro nell'intervista.
Dai commenti su Facebook, pare che l'esigenza sia condivisa dagli elettori. Scrive Oriana Rubatto: "Che delusione Tonino! Pensavo fossi un uomo onesto e invece sei come tutti gli altri. Da disprezzare". Ed ancora Massimo Bisagni Antonio: "O chiarisci in modo convincente quello che si e' apppreso ieri sera guardando Report, oppure sei finito". Armando Palumbo parla di "delusione. Probabilmente, anzi certamente non c'e' nulla di illegale nei tuoi comportamenti, ma sono addolorato per quello che ho sentito". Definitiva Martina Battistich: "Gentile onorevole Di Pietro, ieri ha perso il mio voto".
Una discesa in campo, quella di Baccini, già tentata nel passato che gli fruttò la vicepresidenza del Senato prima e un posto da ministro poi. Insomma, una candidatura usata come merce di scambio. Questa volta, però, la partita si fa più interessante. Siccome le carte devono ancora essere date, l'ex braccio destro di Casini ha capito che l'area moderata, nella corsa per il Campidoglio, è tutta da occupare. L'Udc, finita nella palude dello scandalo della Regione Lazio visto il pieno sostegno dato alla Polverini, non è nelle condizioni di poter trattare né con il Pdl, né con il Pd. Per questa ragione Baccini ha deciso di rendere vere quelle primarie che Alemanno vorrebbe modellate a sua immagine e somiglianza. Sia pur con cautela Baccini ha iniziato a sondare amici e simpatizzanti, colleghi di partito e dirigenti nazionali del Pdl. I riscontri sarebbero stati positivi. E anche dal Vaticano i segnali che arrivano sono confortanti. Insomma, se la Sicilia ha fatto capire che l'alta marea che rischia d'investire l'attuale classe politica è guidata dai grillini, le manovre romane sono lì a dimostrare che solo la voglia di grande centro è in grado di arginare il voto di protesta. Il problema è riuscire a trovare il giusto equilibrio, senza far pendere troppo la bilancia dall'una o dall'altra parte. E proprio per evitare questo tipo di fraintendimento il leader dei Cristiano Popolari ha ironicamente proposto ad Alemanno di candidarsi alla presidenza della Regione. "E' il candidato ideale nel Pdl per sfidare Zingaretti", sostiene Baccini, "considerato che Angelino Alfano ha confermato che sarà in corsa per le primarie nazionali del centro-destra e vista l'attuale situazione di stallo nel Pdl nel trovare un candidato anti-Zingaretti per la Regione, ritengo che l'unica via di uscita dal risiko delle candidature sia proprio questa. Del resto non ci sono alternative credibili: Gianni Alemanno è l'esponente politico più in vista che possa mettere in campo in questo momento il centro-destra nel Lazio". Può essere, anche se il sindaco di Roma, più facilmente, deciderà di correre per le primarie del Pdl che non per la Regione. E poi non va sottovalutato un aspetto: la resurrezione di Walter Veltroni come candidato a sindaco del Pd. A quel punto Alemanno farebbe bene a prendere in considerazione quella che, almeno fino ad ora, è una sana provocazione.
Nonostante tutto: le guerre, i fdisastri, la fine del mondo, la nuotata, il giro delle piazze dell'isola, hanno votato il Movimento Cinque Stelle meno di 7 persone su 100.
Queste sono analisi. Usando le parole di Grillo. Tra l'altro.
"Mi sembra che in questo momento Berlusconi sia molto debole, mentre la Lega sta andando a mille, sta recuperando voti". Lo ha detto Umberto Bossi parlando con i giornalisti alla Camera. "Berlusconi toglie il sostegno a Monti? "Aspettiamo che passi dalle parole ai fatti" ha poi spiegato Bossi, che sulla possibilità che si ricrei l'asse Pdl-Lega, si è limitato a dire: "chiedetelo a Maroni". "Il momento - ha poi proseguito - è difficile da interpretare, anche alla luce di quello che è successo in Sicilia. Bisogna capire che peso ha. In Sicilia è tutto voto di scambio". "Ma ai siciliani - ha aggiunto - non la racconti più. Non ci sono più i soldi di prima e quindi alla pensioncina e al posto di lavoro che gli offrivano, ora non ci credono più".
l'area di centro è autonoma dalla destra ormai dal 2008,la destra sono pdl e lega,in via di estinzione,l'unica prospettiva realistica di governo è un accordo tra progressisti e moderati,come dice bersani
L'ufficio stampa del segretario del Pd Pierluigi Bersani ha definito "totalamente falsa" la notiza resa nota dal setttimanale 'Chi' secondo la quale la signora Daniela Ferraris sarebbe stata multata a Ponte dell'Olio per divieto di sosta, reagendo con il famigerato 'lei non sa chi sono io...'. Nello "smentire nel modo più categorico" la notizia, lo staff di Bersani ha inoltre preannunciato azioni legali contro il settimanale qualora alle anticipazioni odierne seguisse la pubblicazione, nonostante la smentita.
ventoacqua 138p · 647 settimane fa
McJulio 146p · 647 settimane fa
"I voti di Grillo conquistati a sinistra"
Gli esperti dell'istituto di ricerche bolognese hanno analizzato il flusso di voti confrontando l'ultima tornata elettorale con quella per il sindaco di Palermo. "Meno rilevante il flusso proveniente dal centrodestra". Dai dati si vedono gli effetti dell'astensionismo, vero "vincitore" di questa sfida: il Pd ha dimezzato i voti (da 505mila a 257), tonfo del Pdl (da 900mila a 257mila)
Akyba_Renzosh 128p · 647 settimane fa
vediamo cosa dirà il nostro sondaggio a tal proposito! :)
McJulio 146p · 647 settimane fa
m5s 19.4
pdl 16.5
udc 6.1
sel 5.6
idv 5.5
lega nord 5
la destra 2.8
fds 2.2
fli 2.2
verdi 1
altri 3.4
astenuti/indecisi 42%
McJulio 146p · 647 settimane fa
Ma la contestazione è stata dura, con momenti di altissima tensione: gli operai hanno occupato il palco, bloccando la manifestazione per una decina di minuti. La situazione si è sbloccata solo quando è stato consentito ad uno dei rappresentanti delle tute blu di Flumeri di parlare sul palco e denunciare la rabbia e la disperazione dei settecento operai dello stabilimento chiuso da Fiat più di un anno fa.
“Bersani ci hai tradito, hai snobbato il nostro dramma”, ha detto a muso duro il delegato di Resistenza operaia che ha letto un documento indirizzato al leader nazionale del partito. “Il Pd locale non è stato capace di dare voce al nostro calvario”, ha denunciato ancora l’operaio, applaudito a lungo dai colleghi in sala.
Bersani a quel punto ha stravolto la scaletta del suo intervento, lasciando da parte all’inizio il tema delle primarie: ”Non ho mai chiuso la porta a nessuno e non è giusto accusarci di disattenzione", ha ribadito smentendo di aver tradito gli impegni presi nella conferenza nazionale sul lavoro del giugno scorso quando promise un intervento sul presidente della conferenza delle Regioni Vasco Errani per discutere del rinnovo del parco autobus.
"Vi confermo il mio impegno – ha detto Bersani - ma siamo in una situazione difficile e non abbiamo tutte le leve del comando". La contestazione, a tratti molto tesa, e' nata dalla decisione dei dirigenti locali del Pd di impedire agli operai della Irisbus di esporre uno striscione con la scritta "L’Irisbus non si tocca. Noi non molleremo".
McJulio 146p · 647 settimane fa
renzi 32%
vendola 13%
altri 3%
indecisi 9%
ventoacqua 138p · 647 settimane fa
KriKadosh 132p · 647 settimane fa
Luigi De Michele 118p · 647 settimane fa
GlassSteagall 119p · 647 settimane fa
Luigi De Michele 118p · 647 settimane fa
ventoacqua 138p · 647 settimane fa
é_è
gianlu3 pisapiano 128p · 647 settimane fa
McJulio 146p · 647 settimane fa
McJulio 146p · 647 settimane fa
Strano ma è così. Perché al netto dell’amarezza per non aver superato la soglia di sbarramento per entrare all’Ars, al netto dell’autocritica e dei processi interni sulla scarsa presa di Sel in Sicilia, c’è un dato che Vendola ha cominciato a sottolineare già ieri sera da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’. E cioè che nemmeno Pier Luigi Bersani può rallegrarsi oltremodo della vittoria siciliana. Non per Rosario Crocetta ma per gli alleati, dall’Udc a quelli nuovi che dovrà cercare nelle liste di Lombardo o Miccichè. “Meglio perdere ma dimostrare una diversità”, sostiene Vendola, facendo riferimento agli affari di mafia che hanno interrotto le giunte di Lombardo e Cuffaro, la prima appoggiata anche dal Pd, la seconda dall’Udc. “Unità non vuol dire accrocchio trasformista” interessato solo al “potere”, insiste. Il governatore non fa sconti nemmeno all’alleato Bersani. La sua è una “proposta debole, un vorrei ma non posso, una social-democrazia che giorno dopo giorno prova a costruire compromessi deboli con culture liberiste che pure spadroneggiano anche nel centrosinistra”.
E’ su questo che insisterà Vendola se domani i giudici di Bari non lo condanneranno. Convinto di poter vincere alle primarie e soprattutto di poter contare sull’ondata favorevole che si scatenerà in caso di assoluzione, dopo l’annuncio che si sarebbe ritirato a “vita privata” in caso di condanna. “C’è chi, se condannato, pensa di scendere in campo. Io penso che mi difenderò da privato cittadino, per rispetto al partito e alle istituzioni, senza l’aiuto della ribalta mediatica”. Domani si vedrà.
McJulio 146p · 647 settimane fa
McJulio 146p · 647 settimane fa
GlassSteagall 119p · 647 settimane fa
L'uomo artificiale 103p · 647 settimane fa
McJulio 146p · 647 settimane fa
Proprio il dato siciliano è il punto di partenza del ragionamento di Bersani: un elettore su due non ha votato e il 15% circa chi si è recato alle urne ha scelto Beppe Grillo. Complessivamente, insomma, circa il 60% dei siciliani non hanno votato per i partiti tradizionali. Lo stesso Casini, ieri, aveva detto che il dato di Grillo, proiettato su scala nazionale, equivale ad un 25%. Se si aggiunge che il centrodestra era diviso e che Musumeci e Micciché insieme avrebbero battuto Crocetta, la lezione è chiara, secondo il leader Pd: per i centristi non c'è alternativa al rapporto con i progressisti, se non vogliono che vincano i populisti "vecchi", cioé Silvio Berlusconi, o "nuovi", ovvero Grillo.
Il leader democratico ha anche ricordato al leader Udc che in tante realtà italiane i "progressisti" comprendono anche Sel: è così a Genova nelle Marche... Se in Sicilia l'accordo non c'è stato è per una scelta di Sel, non per una esclusione decisa da Pd e Udc.
Casini, dal canto suo, avrebbe ripetuto il suo ragionamento: non basta vincere, bisogna governare e Vendola è uno dei più accesi detrattori della linea che noi, Pd e Udc, abbiamo sostenuto durante l'ultimo anno in appoggio a Monti. Il leader centrista teme che la "sommatoria" non funzioni e che si debba avere il coraggio di fare una scelta chiara. Anche perché, secondo Casini, Vendola non riesce a 'coprire a sinistra': il voto siciliano, ha fatto notare il leader Udc, dimostra che la protesta la intercetta Grillo e non Sel, né Idv. Bersani e Casini avrebbero anche accennato alla legge elettorale e il leader Pd avrebbe anche assunto un atteggiamento dialogante sul tema delle preferenze, anche se molti centristi pensano che sia solo un modo per prendere tempo nella convinzione che alla Camera l'iter della legge si fermerà comunque.
La posizione di Casini, peraltro, è simile a quella di molti nel Pd, sicuramente di tutti i 'montiani', ma non solo. E' noto che Walter Veltroni, per esempio, sia convinto da tempo che il partito debba spostare il suo asse ed essere al tempo stesso radicale e riformista, anzi per un 'riformismo radicale'; Giuseppe Fioroni continua a chiedere una maggiore attenzione ai moderati, Enrico Letta è uno dei più convinti sull'agenda Monti e lo stesso D'Alema lavora per una intesa con i centristi.
Bersani, però, non ha intenzione per ora di rompere con Vendola. Anzi, il leader Pd guarda con preoccupazione alla sentenza di domani sul presunto abuso di ufficio di Vendola in occasione della nomina di un primario: se il leader di Sel si ritirasse, per Bersani sarebbe un problema, salterebbe l'alleanza costruita in questi mesi. "Sarebbe un grosso guaio - spiega un deputato che sostiene Bersani alle primarie - Sel serve a Bersani per 'bilanciare' l'alleanza che dovrà fare con i moderati. Ma tutti pensano che Vendola non sia stato così sciocco da annunciare il ritiro sapendo di essere condannato".
Pirata Romano 145p · 647 settimane fa
McJulio 146p · 647 settimane fa
Di Pietro, interpellato alla Camera dai giornalisti sull'andamento della riunione, si è trincerato dietro un mutismo assolutamente inedito per l'ex pm: nemmeno una parola. Il leader Idv è andato via da Montecitorio con la testa china su alcuni appunti senza mai alzare lo sguardo.
Secondo alcune indiscrezioni, però, la riunione nella sede del partito a via Santa Maria in Via, proprio dietro la Galleria Alberto Sordi, non è stata facile: lo dimostra la durata, quasi nove ore a fronte delle due o tre solite impiegate per prendere decisioni dall'ufficio di presidenza che è composto, oltre a Di Pietro, dai capigruppo di Camera e Senato, Massimo Donadi e Felice Belisario, dal portavoce nazionale Leoluca Orlando, dal capogruppo all'Europarlamento Niccolò Rinaldi, dal tesoriere nazionale, Silvana Mura, dal responsabile nazionale organizzazione Ivan Rota, dal responsabile nazionale Enti Locali, Ignazio Messina, dal coordinatore nazionale dei consiglieri e degli assessori regionali, Carlo Costantini, e dal coordinatore nazionale dei dipartimenti tematici, Maurizio Zipponi. Tuttavia, assicurano fonti parlamentari, tutte le decisioni prese finora sono state all'unanimità. Una di queste è che il congresso, chiesto con insistenza da Donadi, non si terrà prima delle elezioni politiche del 2013.
GlassSteagall 119p · 647 settimane fa
GlassSteagall 119p · 647 settimane fa
ventoacqua 138p · 647 settimane fa
Mini election-day, insieme anche al Molise...
GlassSteagall 119p · 647 settimane fa
Luigi De Michele 118p · 647 settimane fa
ventoacqua 138p · 647 settimane fa
ventoacqua 138p · 647 settimane fa
XD
GlassSteagall 119p · 647 settimane fa
KriKadosh 132p · 647 settimane fa
deleted5181689 111p · 647 settimane fa
La pasionaria azzurra lancia ufficialmente la sua candidatura. "Se ne ho parlato con Berlusconi? Non, non sono mica Ambra con l'auricolare"
GlassSteagall 119p · 647 settimane fa
McJulio 146p · 647 settimane fa
GlassSteagall 119p · 647 settimane fa
ventoacqua 138p · 647 settimane fa
ventoacqua 138p · 647 settimane fa
McJulio 146p · 647 settimane fa
Tremonti, inannzitutto. Pare che il professore di Sondrio stia valutando la corsa per le primarie di un partito che non ha ancora formalmente abbandonato, ma con il quale ha rotto da tempo. E' di ieri, però, l'indiscrezione su un invito a cena ricevuto da Berlusconi e Bossi. Di certo c'è che oggi alcuni dirigenti hanno notato la presenza di Paolo Naccarato alla riunione di via dell'Umiltà. Secondo alcuni, Naccarato sarebbe vicino all'ex ministro dell'Economia.
Ma non basta. Potrebbe partecipare anche Giorgia Meloni. L'indiscrezione rimbalza su Twitter anche per mano di Maurizio Lupi. Lei ufficialmente non si espone e non conferma nulla. Di certo la sua candidatura potrebbe coagulare una fetta consistente degli ex An. In via dell'Umiltà c'è chi azzarda anche un ticket Alfano-Meloni nella corsa a Palazzo Chigi, ma per ora è fantapolitica. Si vocifera anche di una forte competizione interna ad An e della possibilità anche Gianni Alemanno, nonostante le smentite, possa correre.
Infine pare prendere forma anche la candidatura di Maria Stella Gelmini. Non è sfuggita a molti la sua presenza alla conferenza stampa di Vialla Gernetto. Seduta in prima fila per ascoltare il Cavaliere. Proprio Berlusconi, secondo alcune fonti, starebbe spingendo per la candidatura dell'ex ministro dell'Istruzione. Un segnale che potrebbe non essere considerato positivo dal segretario Alfano.
Nel partito, infine, scoppia l'ennesimo caso. Non è stata gradita l'esclusione del movimento giovanile del Pdl, Giovane Italia, dal tavolo delle regole che si è riunito oggi. Tutti i dirigenti regionali hanno preso carta e penna è hannos critto una lettera di fuoco al segretario Alfano, lamentando la mancata considerazione in vista di un passaggio così rilevante. Questa è l'aria che tira in queste ore, nel Pdl.
GlassSteagall 119p · 647 settimane fa
McJulio 146p · 647 settimane fa
E' un affondo che scuote un partito in cui, gia' da tempo, le scelte del leader non trovano piu' la piena condivisione. 'Scaricato' dal Pd e messo a dura prova dall'escalation del movimento di Beppe Grillo, l'Idv di Di Pietro naviga in acque incerte e quanto uscito ieri a 'Report' (dopo il caso poi del capogruppo laziale Maruccio) peggiora le cose. Per averne un'idea basta dare un'occhiata alla pagina Facebook del leader Idv. E' stata inondata da post di elettori delusi e amareggiati.
Scrive Vito Resta: "Ho visto Report ieri sera, e sinceramente, mi sei scaduto un casino! Sei come tutti gli altri. Anche tu fai parte della casta! Vergogna". Da Marco Cozzo l'accostamento e' perfido: "Che schifo. Predica bene e razzola male. Poi dice a Silvio...". Ultima speranza per molti diventa quindi il Movimento 5 Stelle. Come per Beatriz Jimenez: "Fa tutto schifo. L'unica speranza e' il M5S". E dentro il partito avanza la richiesta di un cambio di passo. Massimo Donadi, che gia' la scorsa estate era stato protagonista di un'inedita dialettica interna nell'Idv, ora rilancia: "Sono assolutamente certo" che Di Pietro precisera', ma "ora serve un congresso straordinario" perche' "i partiti leaderistici" non funzionano piu'.
La puntata di ieri di Report era dedicata alla gestione dei rimborsi elettorali e quanto emerge sull'Idv e' poco lusinghiero per Di Pietro. Si parla della 'moglie-tesoriera', del figlio Cristiano che diventa consigliere regionale in Molise a 22 anni e poi di quei 56 immobili acquistati dalla famiglia Di Pietro che, secondo il servizio della trasmissione di Milena Gabanelli, sarebbero stati acquistati con fondi dell'Idv.
Di Pietro si difende dalle accuse ma va in contraddizione, appare disorientato. Tanto che oggi anche un quotidiano 'amico' come il 'Fatto quotidiano' non e' tenero con il leader Idv: "Anche Di Pietro entra nel mazzo" in quello "piu' numeroso e pericoloso per questo Paese, dei 'furbetti' che hanno progressivamente sostituito l'astuzia alla intelligenza". Ben piu' duri gli elettori. Scrive Massimo Camocardi sulla pagina Fb di DiPietro: "Ma avete visto l'azzeramento della saliva mentre la giornalista lo metteva con le spalle al muro?? stile Fantozzi!! anzi, stile Forlani...".
Rino Frate: "Sono disoccupato, disabile su sedia a rotelle scassata e l'Asl non me ne passa un'altra. Faccio fatica a pagare l'affitto e faccio la fame, votavo Di Pietro perche' avevo bisogno di credere in un uomo onesto. Tonino e tu ti abbuffavi? mi riempivi di chiacchiere e sei uguale agli altri. Perche' dovrei votarti ancora?".
Donadi si dice certo che a breve arrivera' un chiarimento da parte del leader Idv. "Il Di Pietro che ho visto nell'intervista a 'Report' non corrisponde all'immagine della persona con cui ho lavorato fianco a fianco per 15 anni. Sono convinto che chiarira'". Del resto, spiega, "si tratta di fatti vecchi e mai provati". Pero' ieri c'e' stata una novita. "La novita' e' che ora, in qualche modo, quei fatti non vengono smentiti ma anzi riconosciuti". Proprio per le "incongruenze" di Di Pietro nell'intervista.
Dai commenti su Facebook, pare che l'esigenza sia condivisa dagli elettori. Scrive Oriana Rubatto: "Che delusione Tonino! Pensavo fossi un uomo onesto e invece sei come tutti gli altri. Da disprezzare". Ed ancora Massimo Bisagni Antonio: "O chiarisci in modo convincente quello che si e' apppreso ieri sera guardando Report, oppure sei finito". Armando Palumbo parla di "delusione.
Probabilmente, anzi certamente non c'e' nulla di illegale nei tuoi comportamenti, ma sono addolorato per quello che ho sentito".
Definitiva Martina Battistich: "Gentile onorevole Di Pietro, ieri ha perso il mio voto".
McJulio 146p · 647 settimane fa
deleted5181689 111p · 647 settimane fa
non mi pare una bella notizia per romney
deleted5181689 111p · 647 settimane fa
Luigi De Michele 118p · 647 settimane fa
Queste sono analisi. Usando le parole di Grillo. Tra l'altro.
McJulio 146p · 647 settimane fa
"Il momento - ha poi proseguito - è difficile da interpretare, anche alla luce di quello che è successo in Sicilia. Bisogna capire che peso ha. In Sicilia è tutto voto di scambio". "Ma ai siciliani - ha aggiunto - non la racconti più. Non ci sono più i soldi di prima e quindi alla pensioncina e al posto di lavoro che gli offrivano, ora non ci credono più".
McJulio 146p · 647 settimane fa
McJulio 146p · 647 settimane fa
Posizione settaria, ma elettori non li hanno seguiti
McJulio 146p · 647 settimane fa
KriKadosh 132p · 647 settimane fa
Luigi De Michele 118p · 647 settimane fa
Poi non lamentatevi se passò con Vendola e lo faccio vincere B)
KriKadosh 132p · 647 settimane fa
KriKadosh 132p · 647 settimane fa
ventoacqua 138p · 647 settimane fa
Incentivano proprio la gente a guardare, eh...
Lord Beckett 126p · 647 settimane fa
Lord Beckett 126p · 647 settimane fa
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