Vedere i due marò trasformarsi già in eroi (eroi di che, poi?) mi provoca un misto di tristezza e rabbia. Aspetto di vedere se davvero, come promesso, ritorneranno in India alla fine del permesso, oppure no.
Sfatiamo un mito, a prescindere da SpinCon....il clamoroso recupero di Berlusconi non c'è. Da quando è ridisceso in campo per la 70ma volta, Berlusconi non ha recuperato nulla, moli sondaggi danno ancora il PDL al 15%
La giorgia meloni s' è bruciata mettendosi con la russa. Avesse fondato una lista sua (magari con il gigante buono dietro le quinte) avrebbe ottenuto molti voti, ora non saprei. Credo che abbia buttato via l'occasione della vita
"Rigor Montis ha visto i sondaggi che lo danno appena sopra Azzurro Caltagirone, ha capito che gli italiani lo detestano nonostante la campagna vergognosa a suo favore dei media, sa che rischia di affrontare una Waterloo elettorale a frizzi e pernacchie e probabilmente non si candidera'. Rimarra' di riserva per servire la Repubblica come presidente, ma il suo destino e' l'esilio in Europa, biglietto per Bruxelles di sola andata. Pago io il volo (low cost)". Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog.
"Nella notte buia del giorno dei Maya, il 21 dicembre 2012, l'Italia guarda il suo futuro con gli occhi asciutti, cerca se stessa e non si trova. Nuovi imbonitori sono all'orizzonte, nuovi salvatori della patria che nella vita hanno sempre e soltanto salvato se stessi", spiega il fondatore del M5S.
"Liste di persone per bene, integerrime, di figli di, di colleghi di, sono usate come foglie di fico dai soliti politicanti per coprire le loro vergogne -prosegue-. Nuovi Candidi si propongono, consapevolmente o meno, opportunisticamente o meno. Leaderini, volti nuovi, voci bianche, camice candide a supporto del sistema. Tutti i guitti televisivi, presentatori e artisti, commentatori e esperti del nulla, sono usciti dalle fogne, si esibiscono per lo status quo che gli ha sempre garantito ricchi guadagni e visibilita' in cambio della loro opposizione di cartapesta da cani da pagliaio".
Van Rompuy: unica strada è agenda Monti Il presidente Ue Van Rompuy "non interferisce con la politica interna" e non commenta le dimissioni di Monti. Ma fonti vicine a lui ricordano che "ha già detto che il prossimo governo italiano non ha altra scelta che continuare le stesse politiche del governo Monti".
La lista Monti resterà nel cassetto. Dopo l’ennesima giornata convulsa, fatta di tensioni dentro il Consiglio dei ministri (l’ultimo gesto di sprezzo di Elsa Fornero davanti al Parlamento, quando è fuggita tappandosi le orecchie per non sentire le critiche della Lega) hanno velato d’amaro anche gli ultimi momenti a palazzo Chigi. E, poi, quell’atto di forza, sempre della Lega al Senato, mal digerito dal Professore: il decreto “tagliafirme” che resta al palo, con il governo che sarà chiamato ancora una volta a riunirsi, prima del 28 dicembre, per un nuovo provvedimento che consenta l’inizio della campagna elettorale e lo scioglimento delle Camere.
Momenti di tensione, si diceva, ma mai così forti come quello che Monti ha dovuto affrontare ieri sera quando è salito al Quirinale per rassegnare le dimissioni. L’accoglienza, gelida, del Capo dello Stato è stata – forse – l’elemento decisivo sulla scelta del suo personale percorso futuro: nessuna candidatura, neppure nessun endorsement nei confronti dei centristi, niente nome prestato come “brand” a una federazione di liste. Solo un “manifesto programmatico” da offrire alla politica e ai partiti per restare “riserva della Repubblica”. E senza bruciarsi anche la carta della possibile salita al Quirinale, come da sempre previsto, anche dallo stesso Napolitano.
I sondaggi, alla fine, sono stati il vero motivo per cui Monti ha maturato la convinzione che le condizioni per una discesa in campo non ci fossero proprio. Il dato più esaltante lo relegava in una fetta marginale dell’11% e a fronte non solo di una scelta di campo netta, ma anche di una candidatura a leader di una coalizione di centrodestra, eventualità comunque già esclusa nei giorni scorsi, dopo il primo – freddo – colloquio al Quirinale con Napolitano. Poi la posizione durissima di D’Alema e la stessa squadra di governo divisa tra favorevoli e contrari. Rischi troppo pesanti, poi, anche a livello personale; con la candidatura, anche se solo come “leader di coalizione”, Mario Monti sarebbe definitivamente uscito di scena per la corsa al Quirinale, una poltrona che comunque pare non interessargli più di tanto visto che il vero sogno è – da sempre – quello di sostituire Van Rompuy alla guida del Consiglio Europeo.
La sconfitta, però, lo avrebbe sicuramente segnato, lui abituato a vincere sempre e comunque. Troppi rischi, troppe incognite, matematica certezza di giocarsi il prestigio europeo faticosamente raccolto anche in questi mesi di governo con un endorsement ad una compagine politica di pochissimo appeal e scarsa credibilità anche nei palazzi che contano davvero, quelli fuori dai confini nazionali. Meglio non bruciare nulla, meglio la neutralità, la livrea di “riserva della Repubblica” da spendere – questo si – per più alti e remunerativi incarichi internazionali.
La scelta del professore, molto fredda, tattica e per niente sofferta, lascia però già vittime sul campo. Montezemolo e Casini restano orfani della loro bandiera. Davanti a loro la prospettiva, ora, di una campagna elettorale tutta in salita, quando ormai era già pronto anche il simbolo per incoronare il professore e cavalcare sereni verso la conquista di quella fetta di seggi al Senato che li avrebbe resi indispensabili per garantire la governabilità. Ora quel traguardo per loro si allontana. Mentre si avvicina quello di una possibile, reale ingovernabilità dell’intero sistema in ragione di un’estrema frammentazione dell’offerta politica che le regole del Porcellum possono solo acuire. Proprio quello che voleva Berlusconi. Ma forse anche quello che si aspetta Monti.
Fatti i debiti conti, in tasca propria e alla luce dei sondaggi, quel suo essere “riserva della Repubblica” potrebbe anche riservargli un nuovo passaggio a palazzo Chigi per un Monti bis. Senza sforzi, discese in campo imprudenti e costi di prestigio personale, il Professore potrebbe ottenere, a breve, lo stesso risultato. Cambiare tutto perché nulla cambi…
A Milano, in un consiglio di zona, il Movimento 5 Stelle vota CONTRO le celebrazioni della Giornata della Memoria. Nonostante la consigliera fosse a favore, sul gruppo Facebook i grillini si sono ribellati, e l'hanno portata a votare contro. "Perché dobbiamo sprecare soldi pubblici per gli Ebrei??"
Ecco, guardate, questa è la democrazia diretta. La democrazia che sottopone tutte le materie al giudizio del popolo (anche quelle di stretta economia o di tasse o quelle sui principi fondamentali o di cose ad essi collegate) si trasforma presto in una dittatura della maggioranza. Che sarà poi comandata da un solo uomo. Un consiglio di zona è un consiglio di zona: però è per dire, la mentalità è quella, una mentalità marcia
Buongiorno, Monti deve aver preso molto male i sondaggi riservati, vista la repentina marcia indietro su una sua presenza attiva a guida del Centro. Se con Monti il Centro vale poco, a mio avviso meno del 15%, senza Monti si è decisamente a rischio estinzione, almeno al Senato, dove a parte la riserva indiana della Sicilia e qualche altra regione del Sud la vedo molto male per Casini, Fini e Montezemolo. Ieri è partita la nave Arancione, che a mio avviso sarà poco più di una testimonianza con buone chance alla Camera e molto meno al Senato dove però potrebbe far tornare nella colonna delle regioni incerte la Campania con il suo grande gruzzolo di senatori in dote! Io aspetterei comunque a dare per tramontata la progressione di 5 Stelle. Con il pagamento dell'IMU il popolo è veramente incazzato e non so quanto possano interessare le beghe interne dei vari Favia. Gli Arancioni che potrebbero in teoria togliere un po' di consenso a Grillo somo molto elitari, molto da politicizzati mentre Grillo ho idea che abbia virato verso i meno politicizzati.
Ingroia deve essere il candidato premier non del quarto polo ma di un'area che si candida a vincere le elezioni. Ho chiesto ad Ingroia di chiamare Bersani oggi stesso, perchè si deve fare presto: tra due mesi si vota e ci sono ancora troppi se. Ma devo essere sincero: non riesco a immaginare la riuscita di una intesa col Pd, il dialogo serve solo a levare il pregiudizio, perchè non credo che il Pd rinuncerà alle sue posizioni sulle politiche liberiste, sulle spese militari o sull'art. 18.
IL PD E IL PDL ORAMAI LO VOTANO SOLO I SERVI DEL PARTITO E LE AZIENDE CHE HANNO LOSCHI AFFARI CON ESSO! IL PDL AVRA' SI E NO UN 5% IL PD ALLA FIN FINE AVRA' SI E NO UN 18%... IL M5S ARRIVERA' DI SICURO VERSO E OLTRE IL 50% anche perchè se SCHIFANI dice che il movimento va ad oltre l'80% con questa legge elettorale!!! SE LO DICE SCHIFANI E NON UNO QUALSIASI ALLORA GLI CREDO LA GENTE E' SUPER INCAZZATA E GRILLO USA CERTI TONI CON L'UNICO MOTIVO DI ENTRARE IN SINTONIA CON L'INCAZZATURA DELLA GENTE E FA BENE!!! SE NON CI FOSSE IL MOVIMENTO 5 STELLE HO PAURA CHE A QUEST'ORA ALTRO CHE SUICIDI... AVREMMO POTUTO ASSISTERE A BRUTTE COSE!.... FORZA TUTTI A FIRMARE DOMAI E DOMENICA: FACCIAMO VEDERE A STI 4 MAFIOSETTI CHE SE IL 90% DEGLI ITALIANI TIRA FUORI LE PALLE, GLI FACCIMAO VEDERE NOI COSA SONO I PRIVILEGI E COSA VUOL DIRE ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE!!!! FORZA A FIRMARE!!! PROTATE GENTE! STAMPATE VOLANTINI, INFORMATE AMICI, PARENTI, AMDATE EMAIL: L'UNIONE FA LA FORZA!!!! SEMPRE!!!
Alla fine leggendo repubblica pare che richetti non sia presente tra i candidati a Bologna...mi Sa che si candida a Modena...ora non so proprio chi votare...forse zacchiroli...non so...
Michaela Biancofiore: "Napolitano dia l'incarico a Berlusconi".
La deputata Pdl Michaela Biancofiore fa un appello al capo dello Stato affinché, prima di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni, "voglia verificare l'ipotesi di riassegnare l'incarico a Silvio Berlusconi, il presidente legittimamente eletto dagli elettori e mai sfiduciato".
Alfonso Gianni "al termine del mio intervento annuncio che parteciperò con voi alla campagna elettorale. Quindi lascio il mio partito - SEL - che firmando la carta degli intenti ha rinunciato a svolgere il ruolo per cui era nata"
Albertini: rifiutato offerte Berlusconi "Ho rifiutato la richiesta di Silvio Berlusconi di ritirarmi dalla competizione elettorale in Lombardia e la sua generosa offerta di candidarmi al Senato come capolista in Lombardia". Lo ha annunciato Gabriele Albertini, candidato alla presidenza della Regione Lombardia per il 'Movimento Lombardia Civica', leggendo una lettera che ha inviato stamane al leader del PdL Berlusconi.
A me l'alleanza lega-pdl appare sempre più lontana...Albertini oggi ha presentato la sua candidatura, quindi alle regionali sarà in campo...quindi quale sarebbe il vantaggio di Maroni ad alearsi con il pdl? Perdere la Lombardia e far ingoiare ai proprio elettori un accrdo nazionale col pdl, rischiando di perdere un sacco di voti?
Il più grande sintomo di tutta sta manfrina tra LEGA e PDL è lo scorrere del tempo. Se passa il tempo e non c'è un accordo significa che in Via Bellerio temono una rivolta dell'elettorato alle elezioni.
Basta questo per avere una speranza di vittoria in più,
Maroni a Radio Padania ha detto, più o meno: "L'obiettivo stategico è l'Euroregione Piemonte, veneto e lombardia. Noi dobbiamo avere la lombardia, è essenziale. Come farlo è tattica. Possiamo farlo da soli o con gli alleati. Nel primo caso come vogliono molti ascoltatori, saremo puri e identitari, il giorno dopo le elezioni saremo tutti felici e contenti. Bene, e poi cosa facciamo?"
"Non mi pare che le posizioni che porta avanti Ingroia sulla giustizia possano essere condivisibili e per quanto mi riguarda per me non lo sono quelle ha assunto rispetto alla vicenda che ha coinvolto il presidente della Repubblica, ma a parte questa issue mi pare un movimento molto monotematico".
Così il responsabile economico del Pd ha commentato a omnibus le dichiarazioni dell'ex pm Antonio Ingroia che ieri ha battezzato il suo nuovo polo "Io ci sto" chiedendo un confronto con il Pd.
"Non abbiamo capito sul terreno economico-sociale cosa Ingroia propone - ha osservato Fassina - e non facciamo alleanze che non abbiano un forte grado di omogeneità rispetto agli impegni che vogliamo mantenere con l'europa e a livello internazionale. Mi pare quindi complicato che si possa costruire questo rapporto, anche perché con Ingroia convivono molte posizioni diverse tra loro e penso che l'alleanza progressista debba avere un profilo di credibilità che non mi pare sia compatibile con l'offerta politica che Ingroia rappresenta".
Casini, che ieri ha avuto un colloquio con il premier, si tiene pronto al peggio. "Rispetteremo le scelte di Monti, qualsiasi esse siano. Ma noi saremo comunque in campo", ha messo in chiaro parlando nelle Marche. Angelino Sansa, capo dell'Udc in Puglia, ieri pomeriggio, alla buvette di Montecitorio, confidava all'orecchio un collega di partito: "Cesa mi ha detto di cominciare a preparare la nostra lista in Puglia". La liquefazione del centro è a un passo e sarebbe la diretta conseguenza del disimpegno di Monti. Una possibilità che sta allarmando al massimo anche i vertici della Cei. Visti i numeri dei sondaggi, nel caso di default della lista Montezemolo-Riccardi, i centristi sarebbero infatti spazzati via da palazzo Madama senza poter superare la soglia regionale dell'otto per cento. Senza gruppo al Senato, irrilevanti alla Camera. In un divanetto del Transatlantico ormai deserto due montezemoliani della prima ora, Giustina Destro e Fabio Gava, confabulavano preoccupati: "Senza Monti la campagna elettorale diventerà un derby tra Berlusconi e Bersani. Per noi sarebbe la fine". Nell'Udc e dentro Fli, oltre al terrore di essere lasciati a piedi nel bel mezzo di una campagna elettorale difficilissima, ieri montava anche del risentimento contro Monti. Come se il disimpegno fosse già cosa fatta.
"Se pensa così di conquistarsi il Quirinale - si sentiva dire in un capannello di deputati Udc - si sbaglia di grosso. Bersani non è babbo Natale, al Colle manderanno Prodi". Nell'altro campo, quello del Pdl, già si fregano le mani. "Senza Monti - osserva Raffaele Fitto - la partita è apertissima. Al Senato l'alleanza fra noi e la Lega può vincere in Lombardia e in Veneto. Anche in Campania e Sicilia, grazie ai voti che prenderà la lista di Ingroia-De Magistris, il Pd mancherà il premio regionale. A quel punto è fatta: a Berlusconi per vincere gli basta non perdere".
Bisogna rimanere il più compatti possibile. La coperta è corta e noi dobbiamo evitare di mettere in campo una coalizione troppo diversificata. Dobbiamo vincere a tutti i costi. Ma non per questo facciamo rientrare dalla finestra gente che abbiamo già cacciato dalla porta principale.
Io ho una mia tesi , la scorsa settimana la Merkel incontrando Monti lo ha pregato di candidarsi per evitare che in Italia vinca Bersani , ma l'Italia non e' l'Europa, il centro che ci puo' essere in Europa qui e' molto piu' piccolo, la Merkel teme l'effetto pendolo , sapendo che sta' andando a sx . Vincesse Bersani potrebbe mettere in difficolta' anche lei per le elezioni di settembre 2013, o almeno si spera. Monti sapendo che puo' tranquillamente mettersi da parte , non credo che voglia mettersi a fare campagna elettorale. B)
Ma sapete che dopo 19 anni da ieri il nano non conta piu' un cazzo , ma e' una rivoluzione copernicana. Se si candida lui la lega non fa accordi , se invece candida Alfano , il personaggio e' debolissimo. per cui i Maya hanno lavorato bene. :p:o:@;)
Vorrei solo farvi notare una cosa. Se non erro, l'ultimo SWG ha già preso a testare la Lista di Ingroia e De Magistris come creatura a parte. Se non erro, IDV, FDS e VERDI vengono testati singolarmente.
E'possibile secondo voi affermare (ad oggi) che il PD non ha ancora sbagliato una mossa di questa fase preelettorale? - primarie del 25 novembre e 2 dicembre con grande mobilitazione - un candidato premier (Bersani) designato da oltre 20 giorni mentre intorno è il caos - un appoggio coerente a governo Monti fino all'ultimo - unico partito, per di più al 30% e oltre, che farà scegliere i parlamentari all'elettorato nonostante il Porcellum - creazione di una coalizione chiara con PSI e SEL già da ottobre
Un passaggio mi è ancora poco chiaro: il nuovo polo di Ingroia non si chiamerà "Arancioni". Gli "Arancioni" sono il movimento di De Magistris, che sostiene chiaramente Ingroia ma immagino che nome e simbolo della nuova formazione politica dell'ex pm siano diversi...o sbaglio?
Quanto agli arancioni, ieri Ingroia dalla Gruber era incomprensibile, per ora non c'e` un progetto, non c'e` nulla.. Ad ora mi pare puntino solo su alcune personalita` popolari al suo interno e sul voto di quelli che si sentono di Sinistra ma non tollerano il PD e non lo vogliono in coalizione (altrimenti voterebbero SEL). Sinceramente non penso possa aggiungere molto portarli dentro a IBC, meglio restare chiari e coerenti e lasciarli da soli.
"Agli italiani ci presentiamo consapevoli che l'italia merita adesso una seconda fase - dice Dario Franceschini nel corso delle consultazioni al Colle - sulla base dei duri sacrifici fatti per uscire dal baratro in cui lo aveva portato il governo Berlusconi. Ora servono politiche progressiste, riformiste basate su un principo semplice chi ha di più deve mettere di più chi ha di meno deve mettere di meno".
Partono con un terremoto le primarie pd in Friuli Venezia Giulia: concessa una sola deroga a giorgio Brandolin consigliere regionale alla prima legislatua (la regione andrà al rinnovo in aprile), fuori il capogruppo Gianfranco Moretton (tre legislature, più una da vicepresidente della Regione), Giorgio Baiutti (tre legislature), Franco Brussa (tre legislature), fuori anche i sindaci di Tavagnacco e Palmanova, infine, non chiede nemmeno di gareggiare il deputato uscente Alessandro Maran. singolare l'effetto nella mia provincia (Gorizia): fuori gioco Brussa e Maran, resta in pista solo Brandolin, consigliere uscente ed ex presidente della provincia, considerata la sua popolarità sarà difficile che qualcuno provi a sfidarlo. Le candidature in Regione si chiuderanno stasera, domani le direzioni provinciali, vi aggiornerò.
Se non vado errato oggi è in programma la presentazione ufficiale della candidatura di Albertini in Lombardia, con tanto di simbolo. Ci sarà da divertirsi.
Chiudo la serata con un quadro ancora più delineato, vista la probabile non candidatura di Monti, la possibile rottura PDL-Lega e la mano tesa di Ingroia a Bersani:
CENTRODESTRA (candidato BERLUSCONI) - PDL - Fratelli d'Italia Centrodestra Nazionale - La Destra - Alleanza di Centro - PID
CENTRO (candidato CASINI) - UDC - FLI - Verso la Terza Repubblica - PLI - Grande Sud - MPA
CENTROSINISTRA (candidato BERSANI) - PD - SEL - PSI - Centro Democratico (DL+API)
SINISTRA (candidato INGROIA) - Arancioni - IDV - FDS - Verdi - Società Civile
LEGHISTI (candidato TOSI?) - Lega Nord - 3L
GRILLINI (candidato GRILLO?) - M5S
DESTRA (candidato FIORE?) - FORZA NUOVA - ALBA DORATA - CASA POUND
Sono orgoglioso di annunciarvi che la presentazione di alba dorata è stata un grandioso FLOP ! 4 gatti superati in numero dai giornalisti. Siamo al livello di "vogliamo vivere di fede" http://huff.to/UhyNY1
Comunque sto maturando l'idea, nonostante il mio innato realismo, che alla fine Bersy vincerà non fosse altro perchè è l'unico che vuole veramente essere candidato. Tra Ingroia, Monti, Berlusconi e Maroni (Tosi?) ce ne fosse uno che dicesse: "Si, sono candidato al 100%"...
Katarina Knezevic: “Silvio sposerà me, non Francesca Pascale” - Il Cavaliere è nei guai Katarina Knezevic ha intenzione di far scoppiare il mondo. E in un’intervista ad Enrico Fierro sul Fatto la ragazza montenegrina il cui nome è stato spesso accostato a quello di Silvio Berlusconi se la prende con Francesca Pascale dicendo che il suo è un finto fidanzamento e che invece il Cavaliere sta con lei:
Ho visto ieri sera Ingroia dalla Gruber e mi è sembrato molto ma molto confuso. Nessuna idea in economia, ancora incertezza sulla sua candidatura e su quella degli altri. Come ha detto la Gruber sembrava un democristiano. Non ci si improvvisa leader politici in dieci minuti, soprattutto se devi tenere in piedi una coalizione di una mezza dozzina di partiti. Come faccia poi il PD ad allearsi con chi voleva Napolitano imputato in tribunale fino a dieci giorni fa non saprei proprio...
Ho visto vari commenti sull'assemblea di oggi con Ingroia. La mia valutazione è questa: 1) Positivo perché il 4° polo parte, cioè una lista autonoma dal centro sinistra. Questo è il punto fondamentale e principalissimo. Chi sottovaluta questo elemento secondo me non capisce nulla della situazione attuale e dei compiti dei comunisti. 2) Positivo perché la piattaforma programmatica è migliorata rispetto alla prima uscita, è esplicitamente antiliberista e contiene le questioni economiche e sociali. Ci mancano ancora il no al fiscal compact, il no chiaro alla Tav e grandi opere e il no alla riforma delle pensioni, un ragionamento sull'ambiente e sui limiti dello sviluppo e poi ci siamo. 3) Positivo perché le aperture al PD e a Grillo sono di discussione politica ma non mettono in discussione la presentazione autonoma della lista. 4) La richiesta di un passo indietro ai partiti sta nella media della cultura politica oggi dominante. Mentre non sono d'accordo su due passi indietro, su uno sono d'accordo. Come diceva il compagno con il pizzetto, "un passo indietro per farne due avanti".
Per tutte queste ragioni io do una valutazione positiva dell'assemblea: nelle condizioni date è la strada possibile di presentazione di una lista antiliberista e questo non è poco. Occorre evitare di concentrarsi sui particolari e guardare alla sostanza.
Di Pietro deve andare a zappare la terra a Montenero di Bisaccia ... ha rotto, sono anni che sta in politica circondandosi di gente del calibro di Maruccio, Scilipoti, Razzi et similia
ragazzi gli arancioni andranno in 1000 pezzi, c'è tutto e il contrario di tutto. Ferrero e Diliberto con Di Pietro, una macedonia che fa impallidire la vecchia sinistra arcobaleno
"Vedrete che il bolscevico lo avrà convinto a non scendere in campo. Monti la faccia non ce la metterà". C'è un motivo se Silvio Berlusconi inizia a pensare che Mario Monti sia davvero pronto dal gran rifiuto. E che quello che in privato chiama il "bolscevico", e cioè il capo dello Stato, abbia avuto un ruolo decisivo nella frenata del Professore sulla discesa in campo. E c'è un motivo se in serata, dopo che il premier è sceso dal Quirinale, Pier Ferdinando Casini ha spiegato ai fedelissimi che occorre stare pronti al piano B: "Se non ci mette la faccia - è il ragionamento che trapela - il pomeriggio di domenica Pier si candida a premier". Gli ultimi spifferi da palazzo Chigi comunicano una grande incertezza del Professore. L'unico punto fermo è che domenica mattina Monti trarrà un bilancio di questi mesi che oggi ha definito "difficili e entusiasmanti", e illustrerà una sorta di memorandum, sulle cose fatte e da fare, una "agenda" su cui il Professore potrebbe dialogare nei prossimi mesi, ma senza schierarsi apertamente con alcuna forza in campo. Anche se è evidente che l'interlocutore privilegiato sia il Terzo polo. E fin qui le certezze.
Ma è sul resto la grande incognita. Perché in tutti gli ambienti che in queste settimane hanno provato a tessere la tela attorno alla sua candidatura, rimbalza la notizia che Monti non solo non ha intenzione di candidarsi direttamente a palazzo Chigi, e questo in parte si era capito, visto che sarebbe una forzatura rispetto al suo ruolo di senatore a vita. Ma che non avrebbe intenzione di fare neanche un endorsement alle forze centriste - Fini, Casini, Montezemolo - ad andare avanti in suo nome. Insomma, detta in modo semplice: non c'è il via libera all'uso del nome Monti sulle liste elettorali. E non è un dettaglio. Anzi, pare che il premier stia lavorando su una nuova road map, che ha gettato nel panico i suoi sponsor come Fini e Casini. Questa: domenica l'annuncio dei punti programmatici, l'agenda per intenderci, poi qualche giorno di tempo per vedere chi la sottoscrive, e a quel punto la valutazione del passo avanti. Uno schema su cui per la prima volta si è registrato un fastidio dei professionisti della politica che conoscono i tempi della campagna elettorale.
Epperò anche l'incertezza del percorso rivela una tentazione della rinuncia. Perché se è vero quello che si è capito in queste settimane - la grande spinta dei vertici del Ppe alla candidatura di Monti a premier, la fiducia della segreteria di Stato vaticana, l'amicizia di Obama - questa ultima giornata ha gettato nello sconcerto quanti speravano in una sua discesa in campo, fredda ma incisiva, razionale e coerente. Anche perché nei giorni scorsi Monti ha dato la sensazione di essere pienamente nell'arena politica: l'incontro a palazzo Chigi, l'uscita a Melfi, sono atti con cui simbolicamente ha già superato il suo profilo tecnico. Ecco il grande interrogativo delle ultime ore: cosa è successo se è entrata in cono di incertezza ciò che fino a ieri sembrava certo?
C'è forse qualcosa di più della consapevolezza che, visto il quadro, sarebbe arrivato terzo, dopo Bersani e Berlusconi. C'è che mai come negli ultimi giorni ha avvertito quanto la politica può essere ruvida, graffiante, aspra. Quanto divida sul consenso più che unire sul merito. Detta col linguaggio di chi la fa da una vita: "Si è spaventato per i toni intimidatori di Berlusconi e D'Alema". Quel "moralmente discutibile" e quel "ti scordi il Quirinale" gli hanno fatto capire che la campagna elettorale sarà sulla sua pelle e su quella del suo governo. E che alla fine, anche ottenendo un risultato che lo tiene in gioco numericamente, politicamente tutte le vie sono lastricate di ostacoli. Con Napolitano che ha annunciato che l'incarico lo darà a chi esce primo dalle urne, un pezzo di Pd che lo considera uno che ha tradito i patti, e Berlusconi che sin d'ora fa sapere che per il Colle deve trattare. E che nessun voto, anzi niente, si dà sulla fiducia. E chissà se la rinuncia di Monti, all'ultimo minuto utile, non sia già il primo passo della trattativa con i grandi elettori del Quirinale.
L'assemblea nazionale di Sinistra Ecologia Libertà si svolgerà domani sabato a Roma presso il Centro Congresso Frentani (via dei Frentani, 4), a partire dalle 10.30 Al centro della discussione la situazione politica dopo le dimissioni del governo Monti, le primarie e le liste di Sel alle prossime elezioni politiche. La riunione sarà a porte chiuse. Nel pomeriggio a conclusione dei lavori dell'assemblea - indicativamente fra le ore 16 e le 17 - Nichi Vendola incontrerà la stampa.
Tutti sono concentrati sul dilemma 'si candida o non si candida', ma al quartier generale Pd la riflessione sul futuro di Mario Monti è concentrata su qualcosa di diverso: il Professore sembra sempre più determinato a perseguire un risultato, creare un problema alla coalizione Pd-Sel e già ieri se ne è avuto un assaggio con la partecipazione all'assemblea Fiat di Melfi insieme a Sergio Marchionne. Ora il prossimo passo sarà la famosa 'agenda' che Monti presenterà, a quanto pare, domenica: un manifesto programmatico che dovrebbe essere rivolto ufficialmente a tutte le forze politiche per chiedere la 'continuità' del lavoro iniziato quest'anno. Proposta che il Professore dovrebbe costruire in modo che risulti inaccettabile a Silvio Berlusconi, spingendo così il Pdl ad auto-escludersi. Ma questo non è tutto. L'agenda 'offerta' a tutti i partiti chiamerà in causa anche il Pd, Pier Luigi Bersani dovrà prendere una posizione, e non sarà una posizione facile. Oggi, alla Camera, Walter Veltroni ha concluso il suo discorso di commiato dal Parlamento con un passaggio insidioso: "Il presidente Monti ha fatto molto in un breve periodo, ha tenuto insieme una maggioranza innaturale, nata dall'emergenza e che non si ripeterà...". Ma secondo Veltroni questo lavoro è stato importante e "non riconoscerlo ora, in ragione delle sue scelte future, sarebbe intellettualmente disonesto". Peccato che già ieri Nichi Vendola, dopo la visita di Monti a Melfi abbia ribadito: "Una parte delle classi dirigenti sceglie il modello Marchionne come nuova ideologia di riferimento. A questa scelta è necessario opporre un'offerta politica chiaramente alternativa. E' necessario che la coalizione di centro sinistra sappia caratterizzarsi per una forte discontinuità innanzitutto sui temi del lavoro e dei diritti". Non solo, ma secondo alcune voci Sel sarebbe parecchio preoccupata dalla lista di Ingroia, dagli 'arancioni' di de Magistris, da tutta una vasta concorrenza a sinistra e certo non potrebbe tollerare uno slittamento verso il centro del Pd in campagna elettorale. Ma per lo stesso Bersani sarebbe un problema spostarsi troppo verso il centro, l'alleanza con Sel nasce anche dall'esigenza di non 'scoprirsi' troppo a sinistra. Il leader Pd in questi giorni ha spiegato che lui intende mantenere il "rigore" di Monti, aggiungendoci "un po' di equità e un po' di lavoro". Ma con una 'agenda Monti' sul tavolo Bersani rischia di fare più fatica a mantenere l'equilibrio.
"Siamo in una fase di costruzione di un nuovo soggetto che sarà rappresentativo della società civile ma senza escludere la politica". Lo ha affermato, fra l'altro Antonio Ingroia, ospite a 'Otto e mezzo' su La7. "Grillo - ha sostenuto ancora Ingroia- non è anti-politica è politica diversa. Qualcosa ci separa ma non è escluso che faremo battaglie insieme. C'è una frantumazione del quadro politico, noi non abbiamo alleanze programmate, abbiamo intenzione di confrontarci con il Pd".
Il motivo dell’eventuale passo indietro dipenderebbe dalle reali possibilità di un buon risultato alle prossime elezioni. I sondaggi, del resto, non sono incoraggianti per la lista centrista disposta a sostenerlo. Quindi l’ex presidente del Consiglio avrebbe serie difficoltà ad avere un ruolo da protagonista nel prossimo governo. Cosa fare? secondo alcune indiscrezioni, Monti nella conferenza stampa di domenica potrebbe limitarsi a presentare la sua ‘agenda’ per l’Italia di domani e vedere la reazione dei partiti. O, meglio, quali partiti saranno disposti a farla propria. Un ruolo ‘super partes’, quindi, quasi da guida morale per il futuro del Paese sulla scorta della credibilità e del prestigio conquistato in questi mesi alla guida del Paese. Un modo, del resto, per rimanere protagonista a prescindere dal risultato elettorale. Una mossa con vista Colle (senza candidatura il suo nome tornerebbe in auge per la successione di Napolitano) o in attesa di un nuovo incarico da tecnico nel prossimo governo.
Per Matt: stando alle simulazioni che ho fatto oggi sulle ripartizioni dei seggi, il Centro otterrebbe comunque meno senatori di SEL: la diffdrenza è proprio che i moderati devono stare con Vendola (ALLO STATO ATTUALE, sottolineo) se vogliono governare, quindi SEL in un modo o nell'altro, al governo ci andrà. C'è da vedere con chi.
"Oggi abbiamo presentato un manifesto che costituisce una fase embrionale di quello che può diventare un nuovo movimento politico,per ora è un cantiere aperto. La prossima settimana deciderò se candidarmi o no. Per il momento sono soltanto un funzionario dell'Onu in missione in Guatemala." Lo ha affermato, fra l'altro, l'ex pm Antonio Ingroia, ospite questa sera a 'Otto e mezzo' su La7.
Il programma, insomma, è chiaro. Ma Ingroia utilizza la kermesse del Capranica anche per delineare alleanze e idiosincrasie della sua futura lista elettorale. L'ex pm apre a Pierluigi Bersani e Beppe Grillo. Il segretario del Pd - dice tra applausi meno caldi di prima - è una persona "seria, benintenzionata". Certo, "delle buone intenzioni sono lastricate le vie per l'inferno". E, certo, il programma del Pd non coincide con il suo, soprattutto in economia, soprattutto per quanto riguarda l'appoggio dei democratici al governo Monti. Certo, ci saranno dei paletti. Ma Ingroia con Bersani vuole confrontarsi. E lo stesso vuole fare con Grillo. Qui i paletti sono di altra natura. Il leader dei Cinque stelle "a volte toni troppo arrabbiati". Ma "dobbiamo continuare a rottamare e solo rottamare, solo distruggere, o anche a ricostruire?". La risposta, per Ingroia, è scontata. L'ex pm, che oggi ha incassato l'appoggio del fondatore di Emergency Gino Strada, chiede di fare "un passo avanti" a esponenti di spicco della società civile: Maurizio Landini della Fiom e le donne di 'Se non ora quando', i giornalisti Michele Santoro e Sandro Ruotolo, don Luigi Ciotti e Salvatore Borsellino. "Non è un invito a candidarsi, l'invito ad accompagnarci al nostro fianco", afferma, per poi aggiungere: "Se poi volete candidarvi, ancora meglio". Per gli altri partiti, invece, è una doccia fredda. Per fare spazio alla società civile, Ingroia chiede "un passo indietro" ai leader presenti: Diliberto, Ferrero, Bonelli. E Di Pietro. Passano pochi minuti e iniziano i problemi. Con una nota, Ingroia smentisce "totalmente" la "interpretazione" che gli attribuisce di perseguire la "rottamazione di Di Pietro". "Quando ho detto che c'è bisogno di fare un passo indietro - precisa - mi riferivo al fatto che bisogna mettere ai primi posti le componenti della società civile e che non ci deve essere nessun simbolo di partito". Ma il passo avanti di Ingroia - ormai è chiaro - coincide col passo indietro di diversi protagonisti della seconda Repubblica.
Primarie 'fuori sede' per i 'big' del Pd che hanno ottenuto la deroga al limte dei tre mandati parlamentari e probabile posto come capolista per Franco Marini. Anna Finocchiaro e Rosy Bindi hanno annunciato le rispettive candidature a Taranto e in Calabria mentre Giuseppe Fioroni, secondo le voci di oggi pomeriggio, dovrebbe correre a Messina Trattamento del tutto speciale, infine, per Franco Marini: l'ex presidente del Senato, stando alle ultime, non correrebbe affatto per le primarie, con tutta probabilità perché il partito intende inserirlo nella 'quota protetta' e farlo poi capolista. Altri probabili capilista, anche se candidati alle primarie, dovrebbero essere Cesare Damiano e Stefano Fassina: l'ex ministro del Lavoro corre in Piemonte e il responsabile economia a Roma ma dovrebbero essere comunque capolista, perché l'idea è quella di 'valorizzare' anche chi ha fatto le primarie. Nella quota protetta, invece, dovrebbero esserci anche il consigliere di Pier Luigi Bersani Miguel Gotor, il veltroniano Walter Verini. Sempre tra i probabili capilista il vice-segretario del partito Enrico Letta, il capogruppo alla Camera Dario Franceschini e le stesse Bindi e Finocchiaro.
"Non so quando incontrerò Maroni. Dovevamo vederci oggi ma poi abbiamo preferito non farlo, perché Albertini sembrava consapevole del fatto che la sua candidatura rendeva molto difficoltoso l'accordo nazionale tra noi e la Lega e invece ho visto che ha rilasciato addirittura delle dichiarazioni in cui dice che domani intende presentare il suo simbolo". Lo ha detto Silvio Berlusconi arrivando all'hotel Parco dei principi di Roma per cenare con i giocatori del Milan. "Non so, vedremo - ha aggiunto - se questa sarà la situazione. Io credo che anche con questo inconveniente alla Lega possa convenire, a noi certamente conviene, che si crei un'alleanza sia per il voto nazionale che per il voto in Lombardia".
KriKadosh 132p · 640 settimane fa
Ppp 2,05
Waa 2,12
BIDIMEDIA 2,13 :-D :-D
Ipsos 2,18
Susa 2,24
Orc 2,25
YouGov 2,26
Marist 2,93
Gravis 3,45
Zogby 4,23
Rasmussen 5,09
libero41% 113p · 640 settimane fa
LorenzoRM 103p · 640 settimane fa
ventoacqua 138p · 640 settimane fa
Lord Beckett 126p · 640 settimane fa
http://apps.facebook.com/quotidianonetsocial/PagA...
Luigi De Michele 118p · 640 settimane fa
E' tornato ai sondaggi di un mese fa (ante-primarie).
deleted5181689 111p · 640 settimane fa
restiamo qui, spincon aspetterà.
Lord Beckett 126p · 640 settimane fa
McJulio 146p · 640 settimane fa
"Nella notte buia del giorno dei Maya, il 21 dicembre 2012, l'Italia guarda il suo futuro con gli occhi asciutti, cerca se stessa e non si trova. Nuovi imbonitori sono all'orizzonte, nuovi salvatori della patria che nella vita hanno sempre e soltanto salvato se stessi", spiega il fondatore del M5S.
"Liste di persone per bene, integerrime, di figli di, di colleghi di, sono usate come foglie di fico dai soliti politicanti per coprire le loro vergogne -prosegue-. Nuovi Candidi si propongono, consapevolmente o meno, opportunisticamente o meno. Leaderini, volti nuovi, voci bianche, camice candide a supporto del sistema. Tutti i guitti televisivi, presentatori e artisti, commentatori e esperti del nulla, sono usciti dalle fogne, si esibiscono per lo status quo che gli ha sempre garantito ricchi guadagni e visibilita' in cambio della loro opposizione di cartapesta da cani da pagliaio".
KriKadosh 132p · 640 settimane fa
chiaritemi un dubbio: Quanti candidati si possono votare e quanti devono essere donne?
Fabio 130p · 640 settimane fa
per quanto riguarda le donne sono molto ma molto indeciso: potrei sostenere l'ex portavoce di prodi sandra zampa
deleted5181689 111p · 640 settimane fa
Il presidente Ue Van Rompuy "non interferisce con la politica interna" e non commenta le dimissioni di Monti.
Ma fonti vicine a lui ricordano che "ha già detto che il prossimo governo italiano non ha altra scelta che continuare le stesse politiche del governo Monti".
McJulio 146p · 640 settimane fa
Momenti di tensione, si diceva, ma mai così forti come quello che Monti ha dovuto affrontare ieri sera quando è salito al Quirinale per rassegnare le dimissioni. L’accoglienza, gelida, del Capo dello Stato è stata – forse – l’elemento decisivo sulla scelta del suo personale percorso futuro: nessuna candidatura, neppure nessun endorsement nei confronti dei centristi, niente nome prestato come “brand” a una federazione di liste. Solo un “manifesto programmatico” da offrire alla politica e ai partiti per restare “riserva della Repubblica”. E senza bruciarsi anche la carta della possibile salita al Quirinale, come da sempre previsto, anche dallo stesso Napolitano.
I sondaggi, alla fine, sono stati il vero motivo per cui Monti ha maturato la convinzione che le condizioni per una discesa in campo non ci fossero proprio. Il dato più esaltante lo relegava in una fetta marginale dell’11% e a fronte non solo di una scelta di campo netta, ma anche di una candidatura a leader di una coalizione di centrodestra, eventualità comunque già esclusa nei giorni scorsi, dopo il primo – freddo – colloquio al Quirinale con Napolitano. Poi la posizione durissima di D’Alema e la stessa squadra di governo divisa tra favorevoli e contrari. Rischi troppo pesanti, poi, anche a livello personale; con la candidatura, anche se solo come “leader di coalizione”, Mario Monti sarebbe definitivamente uscito di scena per la corsa al Quirinale, una poltrona che comunque pare non interessargli più di tanto visto che il vero sogno è – da sempre – quello di sostituire Van Rompuy alla guida del Consiglio Europeo.
La sconfitta, però, lo avrebbe sicuramente segnato, lui abituato a vincere sempre e comunque. Troppi rischi, troppe incognite, matematica certezza di giocarsi il prestigio europeo faticosamente raccolto anche in questi mesi di governo con un endorsement ad una compagine politica di pochissimo appeal e scarsa credibilità anche nei palazzi che contano davvero, quelli fuori dai confini nazionali. Meglio non bruciare nulla, meglio la neutralità, la livrea di “riserva della Repubblica” da spendere – questo si – per più alti e remunerativi incarichi internazionali.
La scelta del professore, molto fredda, tattica e per niente sofferta, lascia però già vittime sul campo. Montezemolo e Casini restano orfani della loro bandiera. Davanti a loro la prospettiva, ora, di una campagna elettorale tutta in salita, quando ormai era già pronto anche il simbolo per incoronare il professore e cavalcare sereni verso la conquista di quella fetta di seggi al Senato che li avrebbe resi indispensabili per garantire la governabilità. Ora quel traguardo per loro si allontana. Mentre si avvicina quello di una possibile, reale ingovernabilità dell’intero sistema in ragione di un’estrema frammentazione dell’offerta politica che le regole del Porcellum possono solo acuire. Proprio quello che voleva Berlusconi. Ma forse anche quello che si aspetta Monti.
Fatti i debiti conti, in tasca propria e alla luce dei sondaggi, quel suo essere “riserva della Repubblica” potrebbe anche riservargli un nuovo passaggio a palazzo Chigi per un Monti bis. Senza sforzi, discese in campo imprudenti e costi di prestigio personale, il Professore potrebbe ottenere, a breve, lo stesso risultato. Cambiare tutto perché nulla cambi…
Fabio 130p · 640 settimane fa
Skorpiocalisse 135p · 640 settimane fa
Ecco, guardate, questa è la democrazia diretta. La democrazia che sottopone tutte le materie al giudizio del popolo (anche quelle di stretta economia o di tasse o quelle sui principi fondamentali o di cose ad essi collegate) si trasforma presto in una dittatura della maggioranza. Che sarà poi comandata da un solo uomo. Un consiglio di zona è un consiglio di zona: però è per dire, la mentalità è quella, una mentalità marcia
McJulio 146p · 640 settimane fa
"Non appena risolte questioni tecniche con la Lega"
Actarus 107p · 640 settimane fa
Ieri è partita la nave Arancione, che a mio avviso sarà poco più di una testimonianza con buone chance alla Camera e molto meno al Senato dove però potrebbe far tornare nella colonna delle regioni incerte la Campania con il suo grande gruzzolo di senatori in dote!
Io aspetterei comunque a dare per tramontata la progressione di 5 Stelle. Con il pagamento dell'IMU il popolo è veramente incazzato e non so quanto possano interessare le beghe interne dei vari Favia. Gli Arancioni che potrebbero in teoria togliere un po' di consenso a Grillo somo molto elitari, molto da politicizzati mentre Grillo ho idea che abbia virato verso i meno politicizzati.
KriKadosh 132p · 640 settimane fa
Tabella interessante sul miglior sondaggista dell'anno.. vince PPP, ultima Rasmussen :-D
Cmq anche io mi associo: miglior sondaggista è la PPP
alexmad86 112p · 640 settimane fa
Ingroia deve essere il candidato premier non del quarto polo ma di un'area che si candida a vincere le elezioni.
Ho chiesto ad Ingroia di chiamare Bersani oggi stesso, perchè si deve fare presto: tra due mesi si vota e ci sono ancora troppi se.
Ma devo essere sincero: non riesco a immaginare la riuscita di una intesa col Pd, il dialogo serve solo a levare il pregiudizio, perchè non credo che il Pd rinuncerà alle sue posizioni sulle politiche liberiste, sulle spese militari o sull'art. 18.
Lord Beckett 126p · 640 settimane fa
pdpv 114p · 640 settimane fa
DJ Bettino Renzosh 134p · 640 settimane fa
DEL PARTITO E LE AZIENDE CHE HANNO LOSCHI AFFARI CON ESSO! IL PDL AVRA' SI E NO UN 5% IL PD ALLA FIN FINE AVRA' SI E NO UN 18%... IL M5S ARRIVERA' DI SICURO VERSO E OLTRE IL 50% anche perchè se SCHIFANI dice che il movimento va ad oltre l'80% con questa legge elettorale!!! SE LO DICE SCHIFANI E NON UNO QUALSIASI ALLORA GLI CREDO LA GENTE E' SUPER INCAZZATA E GRILLO USA CERTI TONI CON L'UNICO MOTIVO DI ENTRARE IN SINTONIA CON L'INCAZZATURA DELLA GENTE E FA BENE!!! SE NON CI FOSSE IL MOVIMENTO 5 STELLE HO PAURA CHE A QUEST'ORA ALTRO CHE SUICIDI... AVREMMO POTUTO ASSISTERE A BRUTTE COSE!.... FORZA TUTTI A FIRMARE DOMAI E DOMENICA: FACCIAMO VEDERE A STI 4 MAFIOSETTI CHE SE IL 90% DEGLI ITALIANI TIRA FUORI LE PALLE, GLI FACCIMAO VEDERE NOI COSA SONO I PRIVILEGI E COSA VUOL DIRE ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE!!!! FORZA A FIRMARE!!! PROTATE GENTE! STAMPATE VOLANTINI, INFORMATE AMICI, PARENTI, AMDATE EMAIL: L'UNIONE FA LA FORZA!!!! SEMPRE!!!
fbo64 115p · 640 settimane fa
Alla fine leggendo repubblica pare che richetti non sia presente tra i candidati a Bologna...mi Sa che si candida a Modena...ora non so proprio chi votare...forse zacchiroli...non so...
deleted5181689 111p · 640 settimane fa
La deputata Pdl Michaela Biancofiore fa un appello al capo dello Stato affinché, prima di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni, "voglia verificare l'ipotesi di riassegnare l'incarico a Silvio Berlusconi, il presidente legittimamente eletto dagli elettori e mai sfiduciato".
Francesco 112p · 640 settimane fa
KriKadosh 132p · 640 settimane fa
Fabio 130p · 640 settimane fa
perchè non aspettare agosto?
Fabio 130p · 640 settimane fa
deleted5181689 111p · 640 settimane fa
"Ho rifiutato la richiesta di Silvio Berlusconi di ritirarmi dalla competizione elettorale in Lombardia e la sua generosa offerta di candidarmi al Senato come capolista in Lombardia".
Lo ha annunciato Gabriele Albertini, candidato alla presidenza della Regione Lombardia per il 'Movimento Lombardia Civica', leggendo una lettera che ha inviato stamane al leader del PdL Berlusconi.
LorenzoRM 103p · 640 settimane fa
deleted5181689 111p · 640 settimane fa
deleted5181689 111p · 640 settimane fa
gianlu3 pisapiano 128p · 640 settimane fa
fbo64 115p · 640 settimane fa
deleted5181689 111p · 640 settimane fa
speriamo che simili giullari scompaiano definitivamente dalla scena.
deleted5181689 111p · 640 settimane fa
Francesco 112p · 640 settimane fa
Luigi De Michele 118p · 640 settimane fa
Se passa il tempo e non c'è un accordo significa che in Via Bellerio temono una rivolta dell'elettorato alle elezioni.
Basta questo per avere una speranza di vittoria in più,
spinoza968 78p · 640 settimane fa
McJulio 146p · 640 settimane fa
La past president Confindustria ai suoi:Nel 2013 resto in azienda
spinoza968 78p · 640 settimane fa
alexmad86 112p · 640 settimane fa
McJulio 146p · 640 settimane fa
Così il responsabile economico del Pd ha commentato a omnibus le dichiarazioni dell'ex pm Antonio Ingroia che ieri ha battezzato il suo nuovo polo "Io ci sto" chiedendo un confronto con il Pd.
"Non abbiamo capito sul terreno economico-sociale cosa Ingroia propone - ha osservato Fassina - e non facciamo alleanze che non abbiano un forte grado di omogeneità rispetto agli impegni che vogliamo mantenere con l'europa e a livello internazionale. Mi pare quindi complicato che si possa costruire questo rapporto, anche perché con Ingroia convivono molte posizioni diverse tra loro e penso che l'alleanza progressista debba avere un profilo di credibilità che non mi pare sia compatibile con l'offerta politica che Ingroia rappresenta".
McJulio 146p · 640 settimane fa
"Se pensa così di conquistarsi il Quirinale - si sentiva dire in un capannello di deputati Udc - si sbaglia di grosso. Bersani non è babbo Natale, al Colle manderanno Prodi". Nell'altro campo, quello del Pdl, già si fregano le mani. "Senza Monti - osserva Raffaele Fitto - la partita è apertissima. Al Senato l'alleanza fra noi e la Lega può vincere in Lombardia e in Veneto. Anche in Campania e Sicilia, grazie ai voti che prenderà la lista di Ingroia-De Magistris, il Pd mancherà il premio regionale. A quel punto è fatta: a Berlusconi per vincere gli basta non perdere".
Luigi De Michele 118p · 640 settimane fa
La coperta è corta e noi dobbiamo evitare di mettere in campo una coalizione troppo diversificata.
Dobbiamo vincere a tutti i costi.
Ma non per questo facciamo rientrare dalla finestra gente che abbiamo già cacciato dalla porta principale.
fbo64 115p · 640 settimane fa
deleted5181689 111p · 640 settimane fa
pussipussi 105p · 640 settimane fa
Vincesse Bersani potrebbe mettere in difficolta' anche lei per le elezioni di settembre 2013, o almeno si spera.
Monti sapendo che puo' tranquillamente mettersi da parte , non credo che voglia mettersi a fare campagna elettorale. B)
pussipussi 105p · 640 settimane fa
Se si candida lui la lega non fa accordi , se invece candida Alfano , il personaggio e' debolissimo. per cui i Maya hanno lavorato bene. :p :o :@ ;)
Luigi De Michele 118p · 640 settimane fa
Se non erro, l'ultimo SWG ha già preso a testare la Lista di Ingroia e De Magistris come creatura a parte.
Se non erro, IDV, FDS e VERDI vengono testati singolarmente.
LorenzoRM 103p · 640 settimane fa
- primarie del 25 novembre e 2 dicembre con grande mobilitazione
- un candidato premier (Bersani) designato da oltre 20 giorni mentre intorno è il caos
- un appoggio coerente a governo Monti fino all'ultimo
- unico partito, per di più al 30% e oltre, che farà scegliere i parlamentari all'elettorato nonostante il Porcellum
- creazione di una coalizione chiara con PSI e SEL già da ottobre
alexmad86 112p · 640 settimane fa
centrini nel caos
LorenzoRM 103p · 640 settimane fa
ElPolloDiablo 118p · 640 settimane fa
alexmad86 112p · 640 settimane fa
http://video.repubblica.it/dossier/monti-scende-i...
alexmad86 112p · 640 settimane fa
OTTIMO
McCommodo 126p · 640 settimane fa
LorenzoRM 103p · 640 settimane fa
LorenzoRM 103p · 640 settimane fa
CENTRODESTRA (candidato BERLUSCONI)
- PDL
- Fratelli d'Italia Centrodestra Nazionale
- La Destra
- Alleanza di Centro
- PID
CENTRO (candidato CASINI)
- UDC
- FLI
- Verso la Terza Repubblica
- PLI
- Grande Sud
- MPA
CENTROSINISTRA (candidato BERSANI)
- PD
- SEL
- PSI
- Centro Democratico (DL+API)
SINISTRA (candidato INGROIA)
- Arancioni
- IDV
- FDS
- Verdi
- Società Civile
LEGHISTI (candidato TOSI?)
- Lega Nord
- 3L
GRILLINI (candidato GRILLO?)
- M5S
DESTRA (candidato FIORE?)
- FORZA NUOVA
- ALBA DORATA
- CASA POUND
DA SOLI:
- Fermare il Declino
- Radicali
- PRI
fbo64 115p · 640 settimane fa
Centristi disperati...secondo pubblico, adesso candideranno passera...
Lord Beckett 126p · 640 settimane fa
Eu88 102p · 640 settimane fa
alexmad86 112p · 640 settimane fa
Lord Beckett 126p · 640 settimane fa
Lord Beckett 126p · 640 settimane fa
spinoza968 78p · 640 settimane fa
deleted5181689 111p · 640 settimane fa
Katarina Knezevic ha intenzione di far scoppiare il mondo. E in un’intervista ad Enrico Fierro sul Fatto la ragazza montenegrina il cui nome è stato spesso accostato a quello di Silvio Berlusconi se la prende con Francesca Pascale dicendo che il suo è un finto fidanzamento e che invece il Cavaliere sta con lei:
deleted5181689 111p · 640 settimane fa
il compagno giorgio ha appena iniziato le consultazioni dopo le dimissioni di monti
Mauro 148p · 640 settimane fa
Vi saluto, vado in vacanza. Buone Feste a tutti, appuntamento al 7 Gennaio!
spinoza968 78p · 640 settimane fa
GlassSteagall 119p · 640 settimane fa
Ho visto vari commenti sull'assemblea di oggi con Ingroia. La mia valutazione è questa:
1) Positivo perché il 4° polo parte, cioè una lista autonoma dal centro sinistra. Questo è il punto fondamentale e principalissimo. Chi sottovaluta questo elemento secondo me non capisce nulla della situazione attuale e dei compiti dei comunisti.
2) Positivo perché la piattaforma programmatica è migliorata rispetto alla prima uscita, è esplicitamente antiliberista e contiene le questioni economiche e sociali. Ci mancano ancora il no al fiscal compact, il no chiaro alla Tav e grandi opere e il no alla riforma delle pensioni, un ragionamento sull'ambiente e sui limiti dello sviluppo e poi ci siamo.
3) Positivo perché le aperture al PD e a Grillo sono di discussione politica ma non mettono in discussione la presentazione autonoma della lista.
4) La richiesta di un passo indietro ai partiti sta nella media della cultura politica oggi dominante. Mentre non sono d'accordo su due passi indietro, su uno sono d'accordo. Come diceva il compagno con il pizzetto, "un passo indietro per farne due avanti".
Per tutte queste ragioni io do una valutazione positiva dell'assemblea: nelle condizioni date è la strada possibile di presentazione di una lista antiliberista e questo non è poco. Occorre evitare di concentrarsi sui particolari e guardare alla sostanza.
Gabriele per Paolo 132p · 640 settimane fa
Pirata Romano 145p · 640 settimane fa
Akyba_Renzosh 128p · 640 settimane fa
e stavolta ci dovrebbe essere una sorpresa.
gianlu3 pisapiano 128p · 640 settimane fa
Mauro 148p · 640 settimane fa
McJulio 146p · 640 settimane fa
Ma è sul resto la grande incognita. Perché in tutti gli ambienti che in queste settimane hanno provato a tessere la tela attorno alla sua candidatura, rimbalza la notizia che Monti non solo non ha intenzione di candidarsi direttamente a palazzo Chigi, e questo in parte si era capito, visto che sarebbe una forzatura rispetto al suo ruolo di senatore a vita. Ma che non avrebbe intenzione di fare neanche un endorsement alle forze centriste - Fini, Casini, Montezemolo - ad andare avanti in suo nome. Insomma, detta in modo semplice: non c'è il via libera all'uso del nome Monti sulle liste elettorali. E non è un dettaglio. Anzi, pare che il premier stia lavorando su una nuova road map, che ha gettato nel panico i suoi sponsor come Fini e Casini. Questa: domenica l'annuncio dei punti programmatici, l'agenda per intenderci, poi qualche giorno di tempo per vedere chi la sottoscrive, e a quel punto la valutazione del passo avanti. Uno schema su cui per la prima volta si è registrato un fastidio dei professionisti della politica che conoscono i tempi della campagna elettorale.
Epperò anche l'incertezza del percorso rivela una tentazione della rinuncia. Perché se è vero quello che si è capito in queste settimane - la grande spinta dei vertici del Ppe alla candidatura di Monti a premier, la fiducia della segreteria di Stato vaticana, l'amicizia di Obama - questa ultima giornata ha gettato nello sconcerto quanti speravano in una sua discesa in campo, fredda ma incisiva, razionale e coerente. Anche perché nei giorni scorsi Monti ha dato la sensazione di essere pienamente nell'arena politica: l'incontro a palazzo Chigi, l'uscita a Melfi, sono atti con cui simbolicamente ha già superato il suo profilo tecnico. Ecco il grande interrogativo delle ultime ore: cosa è successo se è entrata in cono di incertezza ciò che fino a ieri sembrava certo?
C'è forse qualcosa di più della consapevolezza che, visto il quadro, sarebbe arrivato terzo, dopo Bersani e Berlusconi. C'è che mai come negli ultimi giorni ha avvertito quanto la politica può essere ruvida, graffiante, aspra. Quanto divida sul consenso più che unire sul merito. Detta col linguaggio di chi la fa da una vita: "Si è spaventato per i toni intimidatori di Berlusconi e D'Alema". Quel "moralmente discutibile" e quel "ti scordi il Quirinale" gli hanno fatto capire che la campagna elettorale sarà sulla sua pelle e su quella del suo governo. E che alla fine, anche ottenendo un risultato che lo tiene in gioco numericamente, politicamente tutte le vie sono lastricate di ostacoli. Con Napolitano che ha annunciato che l'incarico lo darà a chi esce primo dalle urne, un pezzo di Pd che lo considera uno che ha tradito i patti, e Berlusconi che sin d'ora fa sapere che per il Colle deve trattare. E che nessun voto, anzi niente, si dà sulla fiducia. E chissà se la rinuncia di Monti, all'ultimo minuto utile, non sia già il primo passo della trattativa con i grandi elettori del Quirinale.
McJulio 146p · 640 settimane fa
McJulio 146p · 640 settimane fa
Oggi, alla Camera, Walter Veltroni ha concluso il suo discorso di commiato dal Parlamento con un passaggio insidioso: "Il presidente Monti ha fatto molto in un breve periodo, ha tenuto insieme una maggioranza innaturale, nata dall'emergenza e che non si ripeterà...". Ma secondo Veltroni questo lavoro è stato importante e "non riconoscerlo ora, in ragione delle sue scelte future, sarebbe intellettualmente disonesto". Peccato che già ieri Nichi Vendola, dopo la visita di Monti a Melfi abbia ribadito: "Una parte delle classi dirigenti sceglie il modello Marchionne come nuova ideologia di riferimento. A questa scelta è necessario opporre un'offerta politica chiaramente alternativa. E' necessario che la coalizione di centro sinistra sappia caratterizzarsi per una forte discontinuità innanzitutto sui temi del lavoro e dei diritti".
Non solo, ma secondo alcune voci Sel sarebbe parecchio preoccupata dalla lista di Ingroia, dagli 'arancioni' di de Magistris, da tutta una vasta concorrenza a sinistra e certo non potrebbe tollerare uno slittamento verso il centro del Pd in campagna elettorale. Ma per lo stesso Bersani sarebbe un problema spostarsi troppo verso il centro, l'alleanza con Sel nasce anche dall'esigenza di non 'scoprirsi' troppo a sinistra. Il leader Pd in questi giorni ha spiegato che lui intende mantenere il "rigore" di Monti, aggiungendoci "un po' di equità e un po' di lavoro". Ma con una 'agenda Monti' sul tavolo Bersani rischia di fare più fatica a mantenere l'equilibrio.
McJulio 146p · 640 settimane fa
McJulio 146p · 640 settimane fa
alexpd · 640 settimane fa
Gabriele per Paolo 132p · 640 settimane fa
McJulio 146p · 640 settimane fa
Gabriele per Paolo 132p · 640 settimane fa
McJulio 146p · 640 settimane fa
Per gli altri partiti, invece, è una doccia fredda. Per fare spazio alla società civile, Ingroia chiede "un passo indietro" ai leader presenti: Diliberto, Ferrero, Bonelli. E Di Pietro. Passano pochi minuti e iniziano i problemi. Con una nota, Ingroia smentisce "totalmente" la "interpretazione" che gli attribuisce di perseguire la "rottamazione di Di Pietro". "Quando ho detto che c'è bisogno di fare un passo indietro - precisa - mi riferivo al fatto che bisogna mettere ai primi posti le componenti della società civile e che non ci deve essere nessun simbolo di partito". Ma il passo avanti di Ingroia - ormai è chiaro - coincide col passo indietro di diversi protagonisti della seconda Repubblica.
McJulio 146p · 640 settimane fa
Altri probabili capilista, anche se candidati alle primarie, dovrebbero essere Cesare Damiano e Stefano Fassina: l'ex ministro del Lavoro corre in Piemonte e il responsabile economia a Roma ma dovrebbero essere comunque capolista, perché l'idea è quella di 'valorizzare' anche chi ha fatto le primarie. Nella quota protetta, invece, dovrebbero esserci anche il consigliere di Pier Luigi Bersani Miguel Gotor, il veltroniano Walter Verini. Sempre tra i probabili capilista il vice-segretario del partito Enrico Letta, il capogruppo alla Camera Dario Franceschini e le stesse Bindi e Finocchiaro.
GlassSteagall 119p · 640 settimane fa
McJulio 146p · 640 settimane fa
"Non so, vedremo - ha aggiunto - se questa sarà la situazione. Io credo che anche con questo inconveniente alla Lega possa convenire, a noi certamente conviene, che si crei un'alleanza sia per il voto nazionale che per il voto in Lombardia".
Marte_ 80p · 640 settimane fa
Fabio 130p · 640 settimane fa
da una parte i filomontiani dall'altra vendola + ingroia e in europa la merkel
dopo 5 anni lo dovrebbero santificare
DJ Bettino Renzosh 134p · 640 settimane fa
ventoacqua 138p · 640 settimane fa
Vabbè, quando hanno deciso una volta per tutte, facciano un fischio...
¬_¬
Pirata Romano 145p · 640 settimane fa
GUARDATE LA FACCIA PER BENE DEL SEGRETARIO ... DOBBIAMO ESSERE ORGOGLIOSI E COMPATTI
ventoacqua 138p · 640 settimane fa
;)