SEGNALO specialmente a Bertwooster ma anche a chidetiene il blog per pubblicarlo se vorranno questo sondaggio Piepoli, un uomo che non sa fare sondaggi, ma, anche se non è come dice PIepoli alla perfezione, non penso che i dati se li sia inventati dal nulla: http://www.termometropolitico.it/92500_sondaggio-...
IL 71% (!!!!) degli intervistati supporta i Forconi. Bertwooster: "non hanno NESSUN consenso in TUTTO il Paese". Proprio come dire capita a fagiolo.
E' possibile che il più grande partito di maggioranza (e il suo segretario in primis) preferisca trattare per la legge elettorale con la seconda forza d'opposizione (almeno in parlamento) che con il proprio principale alleato il governo?
Grillo posta video in cui un lobbista al telefono afferma di essere riuscito, come e' in realta' a ribaltare un emendamento del PD che metteva un tetto nel cumulo tra pensioni e reddito. L titolo e' "Chi comanda nel PD, Renzi o Mister X?"
"Il Mattarellum, il modello del sindaco d'Italia o altri modelli europei possono essere un punto di partenza per fare la nuova legge elettorale. Quello che deve essere fondamentale è che ci sia una legge chiara, dove la sera si sa chi ha vinto". Matteo Renzi, intervistato dal Tg4, torna sui temi caldi che stanno tenendo banco in questi giorni. In primis, sulla legge elettorale, ribadendo che "la riforma elettorale va fatta", ma senza limitarsi a un dialogo interno alla maggioranza: "Le regole si fanno con gli altri, anche se non hanno le tue stesse idee. Nessuno deve poter rivendicare il diritto di veto: se tu fai le regole solo con la maggioranza, basta che uno la mattina si alzi con il ciuffo storto e si mette in discussione tutto".
Poi passa alle riforme su cui il Pd si è impegnato: " Se non si fanno perdiamo la faccia. Uno può perdere le elezioni ma se perde la faccia non la recupera più. Noi abbiamo preso degli impegni" tra cui "un miliardo di euro di risparmi sui costi della politica e un piano di lavoro. Se nelle case degli italiani non torna il lavoro nelle case degli italiani sarà un Natale più triste".
Renzi torna poi sul tema del lavoro. Ha ribadito di non temere un confronto anche duro con il sindacato sulle riforme per creare occupazione: "Per riuscire ad arrivare al nostro obbiettivo bisogna cambiare, noi del Pd ne siamo consapevoli - ha detto- Se questo vuol dire ogni tanto litigare con il sindacato, litighiamo anche con il sindacato, l'importante è fare le cose che servono ai cittadini", ha spiegato il segretario del Pd. E torna anche sull'articolo 18: "E' venuto subito fuori l'articolo 18 come se fosse un problema. Ma l'articolo 18 è un totem ideologico attorno al quale danzano i soliti addetti ai lavori che non si preoccupano dei problemi ma fanno solo discussioni ideologiche", ha spiegato il segretario Pd.
Infine torna sul taglio ai costi della politica, e lancia una frecciata a Grillo: "Io gli dico: sei disponibile a rinunciare un miliardo di euro eliminando il Senato? Grillo dice no. C'è qualcosa che non torna... "Con Grillo - ha aggiunto Renzi - bisogna parlare un linguaggio chiaro, da spettacolo: raddoppio la posta, non 40 milioni ma un miliardo, ci stai? Lui ha detto no. Chi ha votato Grillo la volta scorsa, come reagirà quando saprà che quelli che ha mandato in parlamento a rappresentare non votano per il taglio di un miliardo dei costi della politica? lo mandano a casa in una settimana".
Se tratti col giaguaro, il giaguaro si comporterà sempre secondo quella che è la sua natura: da giaguaro. Chissà magari è quello che pensa Pierluigi Bersani in questi giorni di cronache piene della trattativa tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sulla legge elettorale. Ma non è questo il punto. Il punto è che stavolta la metafora del giaguaro descrive bene quello che pensa lo stesso Renzi in questi giorni di avvicinamenti ai berlusconiani mirati a portare Angelino Alfano al tavolo della trattativa sulla legge elettorale. La trattativa con Forza Italia è avviata, si sa, ma non è semplice. Sia perché in commissione Affari Costituzionali alla Camera si registrano già le prime frizioni tra il Pd a trazione Matteo e Forza Italia a trazione evergreen Silvio. E sia perché l’avvicinamento pericoloso al Cavaliere sta facendo ribollire i gruppi parlamentari Dem, che in maggioranza – lo si ricorderà - non sono renziani e aspettano il segretario al varco alla prima riunione utile: dopo la Befana. Intanto la responsabile per le Riforme della segreteria Pd, Maria Elena Boschi, titolare della trattativa con Fi, sale al Quirinale da Giorgio Napolitano: colloquio distensivo per le sorti del governo Letta.
Perché Boschi - indicata da Renzi come titolare sulle Riforme nel colloquio col capo dello Stato dopo le primarie - non ha illustrato al presidente della Repubblica una proposta secca di legge elettorale, ma ha esposto quelle che sono le esigenze di maggioritario del Pd, di un modello elettorale che indichi un vincitore la sera delle elezioni. Nulla che non si sapesse, insomma. Ma l’impressione che ne avrebbe ricavato il capo dello Stato non è di minaccia verso il governo Letta, bensì di determinazione a ottenere risultati prima delle europee, per sfoggiarli in campagna elettorale, piuttosto che volontà di sfascio e ritorno alle urne. Messaggio rassicurante anche per Alfano. Tanto più che dal Quirinale non si vede come il Pd a guida Renzi possa far cadere il governo Letta all’indomani di una legge elettorale, quand’anche fosse approvata con Berlusconi. Il vero problema invece è individuare una legge che indichi il vincitore la sera stessa del voto, visto che, riflette il capo dello Stato, persino in Germania la sera delle elezioni non si sapeva con chi avrebbe governato la Merkel e lo si è saputo solo dopo molte settimane.
Ad ogni modo, il segretario Dem continua a tenersi l’arma della trattativa con il giaguaro. Anzi, insisterà fino a quando non avrà incassato l’ok di Alfano nero su bianco, non a parole. Oggi è andato perfino al Tg4, in casa del giaguaro appunto, a dire che “sulla legge elettorale bisogna parlare con tutti”. Però in Parlamento per il momento le cose stanno in maniera un po’ diversa. E Renzi lo sa. Il giaguaro è sempre giaguaro e “non va sottovalutato”, come dice spesso lo stesso il sindaco di Firenze. In Commissione Affari Costituzionali, per dire, il presidente Francesco Sisto di Forza Italia è dell’idea di tenere per sé l’incarico di relatore della nuova legge elettorale: in quanto, da regolamento il presidente sarebbe anche relatore. Il punto però è che Sisto con Forza Italia è all’opposizione e non potrebbe nemmeno presiedere la commissione, altro che incarico di relatore. Ma su questo per il momento Forza Italia non molla, Sisto lo avrebbe anche comunicato al capogruppo Dem Roberto Speranza, interessato a ottenere che il relatore della nuova legge sia un deputato Pd. Sisto non molla perché il relatore ha dei poteri che possono risultare utili a Forza Italia nella trattativa: può presentare emendamenti quando vuole, ma soprattutto può proporre un testo base.
Si sa che per Forza Italia il testo base di riferimento è il Mattarellum, cosa non sgradita a Renzi (ma con dubbi) e agli alleati di Sel. Per il momento, il braccio di ferro con Sisto non è ancora diventato tale, perché al segretario del Pd interessa tenere in piedi la storia della trattativa con Forza Italia. Ma nel Pd più di uno comincia a sospettare che sia solo un modo per convincere Alfano ad approvare in fretta una legge sul doppio turno di coalizione se nessuno arriva al 40 per cento dei consensi, che è la proposta che calzerebbe meglio al Pd a guida Renzi. “Col Mattarellum si rischia – dice una fonte Pd convinta che alla fine vincerà la trattativa con Alfano – perché, pur con la vittoria di Renzi, nei sondaggi siamo cresciuti solo dello 0.8 per cento e Grillo è ormai un terzo polo. Dunque, anche con il Mattarellum si rischia l’instabilità”. Una tesi sostenuta del resto anche dall’esperto Roberto D’Alimonte, vicino a Renzi.
Solo una curiosità: secondo voi, valutando a spanna, QUANTI giovani sono stati assunti con l'ombrello dell'art. 18 da Società private... diciamo negli ultimi 5 anni?...
Filippo Taddei bocciato all'esame da professore associato. La notizia in esclusiva la pubblica Europa sul suo sito: "Il nuovo responsabile economia del Pd - scrive il quotidiano del Pd - ha ricevuto una bocciatura all’esame per l’abilitazione da professore associato di politica economica, valida da oggi al 18 dicembre del 2017. Il giudizio collegiale, pubblicato sul sito del Miur, è che Taddei "non supera nessuna delle condizioni sufficienti previste dai criteri stabiliti dalla commissione".
PALERMO - Un primo incontro ufficiale dopo le primarie per sancire un percorso di avvicinamento tra Leoluca Orlando e il Partito democratico. Il sindaco di Palermo ha visto ieri mattina a Palazzo Galletti il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo: un lungo e cordiale faccia a faccia, il primo dopo la partecipazione di Orlando e di una buona parte del suo movimento Mov139 alle primarie dell'8 dicembre scorso che hanno incoronato Matteo Renzi segretario del Pd.
Nell'incontro è emersa la convinzione di Orlando della necessità di costruire “un campo largo di forze riformiste e democratiche”, all'interno del quale possa trovare spazio anche il suo movimento politico. Il sindaco ha detto di considerare finita l'esperienza con l'Italia dei valori. Si apre insomma la possibilità di una collaborazione stretta con il Partito democratico, che in consiglio comunale a Palermo è passato dai tre consiglieri eletti a un gruppo con sette consiglieri. Proprio con il gruppo consiliare del Pd e con il neosegretario provinciale dei democratici Carmelo Miceli, Orlando avrà un incontro nei prossimi giorni.
“È stato un incontro certamente positivo – commenta il segretario del Pd Lupo -, bisogna lavorare per risolvere insieme i problemi della città ed è necessario istituire un dialogo politico-istituzionale tra il Comune di Palermo, la Regione siciliana e il governo Letta per affrontare e risolvere i problemi che attanagliano Palermo dopo la devastazione degli ultimi dieci anni”.
“È andata molto bene – commenta Fabio Giambrone, legale rappresentante del Mov139, che ha incontrato con Orlando il segretario del Pd -. Era opportuno questo incontro dopo la nostra partecipazione alle primarie, conseguenza della scelta del Partito democratico di aprirsi, senza chiudersi in steccati e recinti. Ci è sembrato opportuno avviare un dialogo col Pd e un percorso di intesa. La prospettiva non è quella di aderire al Pd, ma avviare col Pd una collaborazione”.
Il sindaco di Firenze è intervenuto prima via Twitter: "Non posso spiegarlo perchè è inspiegabile. Ho chiesto al Pd di rimediare", ha cinguettato riferendosi proprio alla scelta di ieri dei senatori Pd. In seguito, intervenendo sul periodico Vita, Renzi ha aggiunto che bloccherà la porcata sulle slot: "E' pazzesco, allucinante. Ho chiamato Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria che ha già parlato con Roberto Speranza e stanno cercando tecnicamente una soluzione: o un ordine del giorno o altro perché è stata votata una cosa inaccettabile".
salve a tutti. mentre voi chiacchierate, Orsoni porta il tram a Venezia. contro quest'opera magnifica si sono battuti strenuamenmte quei coglioni dei leghisti. un'altra grande vittoria del Partito. http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/photogallery/2013...
Renzi: "Una porcata l'emendamento che favorisce le slot"
E assicura che la norma, contenuta nel decreto salva-Roma, cambierà ------------------------------------------------------------------------------------------------------
Gianroberto Casaleggio piomba a Roma. I suoi non lo sanno, i responsabili della comunicazione vengono avvertiti con qualche manciata di ore d'anticipo. È la prima volta del guru del Movimento 5 stelle in Parlamento. Ma i Palazzi continueranno a rimanergli ignoti. Alle 11.30 si infila direttamente negli uffici dei deputati, si chiude con lo staff della comunicazione di Montecitorio. Poi inizia a incontrare alla spicciolata gli onorevoli. Chiacchiere informali: si parla delle situazioni locali dei meetup, delle battaglie in corso tra Restitution day e lotta contro le lobby, della situazione politica attuale.
È lì che, come riferiscono alcuni dei presenti, arriva il giudizio tagliente: "Enrico Letta è più intelligente di Matteo Renzi, potrebbe tagliarlo fuori. E il sindaco di Firenze lo sa, per questo vuole andare al voto subito". Così Casaleggio spiega che occorre tenersi pronti, che a gennaio arriverà in Parlamento la legge elettorale e il Movimento dovrà aspettarla al varco con una sua proposta, da far vagliare agli attivisti tramite il portale. Davanti ai microfoni il concetto è espresso in maniera lapidaria: "A breve non ci sarà nessun cambiamento, l'anno prossimo forse sì".
Ma il leader del M5s non è arrivato a Roma per parlare di politica. È la comunicazione ad attirare il suo interesse, quella interna e quella esterna. Qualcosa in questi mesi non ha funzionato nello staff. Funzionano male i vasi comunicanti tra Camera e Senato e occorre riorganizzarsi. "Nessuno stravolgimento dell'organigramma, ma una definizione più puntuale del chi fa cosa, ognuno con il suo settore di competenza", spiegano. La situazione probabilmente è più preoccupante di quanto non si riferisca a carte scoperte. Al punto che nel pomeriggio si sparge la voce, prontamente smentita, che a Nicola Biondo, responsabile alla camera bassa, sarebbe stato dato il benservito. Il punto lo si farà a metà gennaio, quando i due staff di Montecitorio e Palazzo Madama accoglieranno insieme il guru. "In quella occasione incontrerà anche tutti i parlamentari in assemblea, visto che oggi non c'è stato modo".
Le criticità non hanno riguardato solo lo staff. Così una pattuglia di senatori ha chiesto di confrontarsi con lui. Richiesta accettata. Verso le 15.30 la stanzetta della capogruppo Paola Taverna ("Io stavo al presidio davanti al ministero dell'Economia, nemmeno sapevo che veniva", giura lei) si riempie con una quindicina di onorevoli tra i più critici. Sollevano il problema delle tante, troppe, divisioni nelle realtà locali, che minano l'unità e l'armonia del Movimento. Facce scure all'uscita. Laura Bignami, che aveva già preteso un confronto con Beppe Grillo, si allontana con un lapidario "Buon Natale". E se alcuni dei cosidetti dissidenti si lamentano per i "dieci minuti scarsi che ci ha dedicato", resta comunque il fatto che i più critici non hanno voluto spingere sull'acceleratore, non prendendolo di petto sui temi più spinosi. "Era molto sfuggente - spiegano - non è stato possibile". Forse, a spargere un po' di cenere sotto la brace, è stato l'incontro avuto in settimana dai senatori con il capo della comunicazione di Palazzo Madama, Claudio Messora (che oggi non era presente). "Un incontro non risolutivo - spiega uno dei contestatori più animati - ma parlare fa sempre bene". La verità è che al Senato il gruppo resta spaccato. Nelle votazioni per il capogruppo in 21 hanno scelto l'ortodosso Vincenzo Santangelo, e ben in 18 il dialogante Maurizio Romani, che il 7 gennaio andranno al ballottaggio. Forse non basterà il ritorno di Casaleggio di qui a qualche settimana per ricompattarlo. "Certo che il dialogo è sempre positivo, a maggior ragione se lo hai di persona", ammettono i dissidenti. Intanto, per ora, il guru se ne è andato, accompagnato dal fido Pietro Dettori. Appuntamento alle 17.00, Roma Termini, treno direzione Milano.
Emendamento NCD che taglia trasferimenti alle amministrazioni comunali che adottano regolamentazioni e limiti a utilizzi slot machine. Renzi: "Allucinante. Ritirare immediatamente emendamento. E' una porcata"
secondo voi cosa dovrebbero fare la Lega e Sel per raggiungere una soglia di sicurezza per superare lo sbarramento? a me pare che Vendola sia alla fine del suo ciclo e che Salvini rischi seriamente di interrompere precocemente la sua segreteria dopo un eventuale flop clamoroso alle europee
Casaleggio, leader insieme a Beppe Grillo del M5S, è alla Camera e sta incontrando alcuni deputati nel palazzo dei gruppi. Non è escluso, spiegano fonti del Movimento, che Casaleggio prenda parte al Restitution day 2, anche se sarebbe in programma una visita del guru della rete anche ai senatori a Palazzo Madama.
Casaleggio, a quanto si è appreso, è solo e sta ricevendo alla spicciolata deputati e senatori. I parlamentari si sono dati appuntamento davanti al ministero dell'Economia alle 14.30.
ventoacqua 138p · 587 settimane fa
Lotti_007_Tont 156p · 587 settimane fa
deleted2785304 107p · 587 settimane fa
PD 29,4 ( 1,4)
SEL 2,7 (-0,3)
Altri CSX 0,6 ( 0,1)
===================
CSX 32,7 ( 1,2)
FI 23,3 ( 0,2)
LN 3,4 (-0,2)
FdI 2,8 ( 0,2)
Altri CDX 1,4 ( 0,2)
===================
CDX 30,9 ( 0,4)
NCD 5,3 (-0,3)
UdC 2,9 (-0,1)
SC 1,6 (-0,1)
==============
"Centro" 9,8 (-0,5)
M5S 21,7 (-1,5)
Area ex-RC 3,4 ( 0,2)
Altri 1,5 ( 0,4)
DJ Bettino Renzosh 134p · 587 settimane fa
https://scontent-a-mxp.xx.fbcdn.net/hphotos-ash3/...
Sam 130p · 587 settimane fa
Pirata Romano 145p · 587 settimane fa
Skorpiocalisse 135p · 587 settimane fa
http://www.termometropolitico.it/92500_sondaggio-...
IL 71% (!!!!) degli intervistati supporta i Forconi. Bertwooster: "non hanno NESSUN consenso in TUTTO il Paese". Proprio come dire capita a fagiolo.
KriKadosh 132p · 587 settimane fa
Spinoza 122p · 587 settimane fa
ventoacqua 138p · 587 settimane fa
A livello del suolo -> http://earth.nullschool.net/#current/wind/isobari...
Nell'alta atmosfera -> http://earth.nullschool.net/#current/wind/isobari...
:o
McJulio 146p · 587 settimane fa
Poi passa alle riforme su cui il Pd si è impegnato: " Se non si fanno perdiamo la faccia. Uno può perdere le elezioni ma se perde la faccia non la recupera più. Noi abbiamo preso degli impegni" tra cui "un miliardo di euro di risparmi sui costi della politica e un piano di lavoro. Se nelle case degli italiani non torna il lavoro nelle case degli italiani sarà un Natale più triste".
Renzi torna poi sul tema del lavoro. Ha ribadito di non temere un confronto anche duro con il sindacato sulle riforme per creare occupazione: "Per riuscire ad arrivare al nostro obbiettivo bisogna cambiare, noi del Pd ne siamo consapevoli - ha detto- Se questo vuol dire ogni tanto litigare con il sindacato, litighiamo anche con il sindacato, l'importante è fare le cose che servono ai cittadini", ha spiegato il segretario del Pd. E torna anche sull'articolo 18: "E' venuto subito fuori l'articolo 18 come se fosse un problema. Ma l'articolo 18 è un totem ideologico attorno al quale danzano i soliti addetti ai lavori che non si preoccupano dei problemi ma fanno solo discussioni ideologiche", ha spiegato il segretario Pd.
Infine torna sul taglio ai costi della politica, e lancia una frecciata a Grillo: "Io gli dico: sei disponibile a rinunciare un miliardo di euro eliminando il Senato? Grillo dice no. C'è qualcosa che non torna... "Con Grillo - ha aggiunto Renzi - bisogna parlare un linguaggio chiaro, da spettacolo: raddoppio la posta, non 40 milioni ma un miliardo, ci stai? Lui ha detto no. Chi ha votato Grillo la volta scorsa, come reagirà quando saprà che quelli che ha mandato in parlamento a rappresentare non votano per il taglio di un miliardo dei costi della politica? lo mandano a casa in una settimana".
McJulio 146p · 587 settimane fa
Perché Boschi - indicata da Renzi come titolare sulle Riforme nel colloquio col capo dello Stato dopo le primarie - non ha illustrato al presidente della Repubblica una proposta secca di legge elettorale, ma ha esposto quelle che sono le esigenze di maggioritario del Pd, di un modello elettorale che indichi un vincitore la sera delle elezioni. Nulla che non si sapesse, insomma. Ma l’impressione che ne avrebbe ricavato il capo dello Stato non è di minaccia verso il governo Letta, bensì di determinazione a ottenere risultati prima delle europee, per sfoggiarli in campagna elettorale, piuttosto che volontà di sfascio e ritorno alle urne. Messaggio rassicurante anche per Alfano. Tanto più che dal Quirinale non si vede come il Pd a guida Renzi possa far cadere il governo Letta all’indomani di una legge elettorale, quand’anche fosse approvata con Berlusconi. Il vero problema invece è individuare una legge che indichi il vincitore la sera stessa del voto, visto che, riflette il capo dello Stato, persino in Germania la sera delle elezioni non si sapeva con chi avrebbe governato la Merkel e lo si è saputo solo dopo molte settimane.
Ad ogni modo, il segretario Dem continua a tenersi l’arma della trattativa con il giaguaro. Anzi, insisterà fino a quando non avrà incassato l’ok di Alfano nero su bianco, non a parole. Oggi è andato perfino al Tg4, in casa del giaguaro appunto, a dire che “sulla legge elettorale bisogna parlare con tutti”. Però in Parlamento per il momento le cose stanno in maniera un po’ diversa. E Renzi lo sa. Il giaguaro è sempre giaguaro e “non va sottovalutato”, come dice spesso lo stesso il sindaco di Firenze. In Commissione Affari Costituzionali, per dire, il presidente Francesco Sisto di Forza Italia è dell’idea di tenere per sé l’incarico di relatore della nuova legge elettorale: in quanto, da regolamento il presidente sarebbe anche relatore. Il punto però è che Sisto con Forza Italia è all’opposizione e non potrebbe nemmeno presiedere la commissione, altro che incarico di relatore. Ma su questo per il momento Forza Italia non molla, Sisto lo avrebbe anche comunicato al capogruppo Dem Roberto Speranza, interessato a ottenere che il relatore della nuova legge sia un deputato Pd. Sisto non molla perché il relatore ha dei poteri che possono risultare utili a Forza Italia nella trattativa: può presentare emendamenti quando vuole, ma soprattutto può proporre un testo base.
Si sa che per Forza Italia il testo base di riferimento è il Mattarellum, cosa non sgradita a Renzi (ma con dubbi) e agli alleati di Sel. Per il momento, il braccio di ferro con Sisto non è ancora diventato tale, perché al segretario del Pd interessa tenere in piedi la storia della trattativa con Forza Italia. Ma nel Pd più di uno comincia a sospettare che sia solo un modo per convincere Alfano ad approvare in fretta una legge sul doppio turno di coalizione se nessuno arriva al 40 per cento dei consensi, che è la proposta che calzerebbe meglio al Pd a guida Renzi. “Col Mattarellum si rischia – dice una fonte Pd convinta che alla fine vincerà la trattativa con Alfano – perché, pur con la vittoria di Renzi, nei sondaggi siamo cresciuti solo dello 0.8 per cento e Grillo è ormai un terzo polo. Dunque, anche con il Mattarellum si rischia l’instabilità”. Una tesi sostenuta del resto anche dall’esperto Roberto D’Alimonte, vicino a Renzi.
McJulio 146p · 587 settimane fa
euge88 76p · 587 settimane fa
deleted8303407 137p · 587 settimane fa
McJulio 146p · 587 settimane fa
McJulio 146p · 587 settimane fa
Nell'incontro è emersa la convinzione di Orlando della necessità di costruire “un campo largo di forze riformiste e democratiche”, all'interno del quale possa trovare spazio anche il suo movimento politico. Il sindaco ha detto di considerare finita l'esperienza con l'Italia dei valori. Si apre insomma la possibilità di una collaborazione stretta con il Partito democratico, che in consiglio comunale a Palermo è passato dai tre consiglieri eletti a un gruppo con sette consiglieri. Proprio con il gruppo consiliare del Pd e con il neosegretario provinciale dei democratici Carmelo Miceli, Orlando avrà un incontro nei prossimi giorni.
“È stato un incontro certamente positivo – commenta il segretario del Pd Lupo -, bisogna lavorare per risolvere insieme i problemi della città ed è necessario istituire un dialogo politico-istituzionale tra il Comune di Palermo, la Regione siciliana e il governo Letta per affrontare e risolvere i problemi che attanagliano Palermo dopo la devastazione degli ultimi dieci anni”.
“È andata molto bene – commenta Fabio Giambrone, legale rappresentante del Mov139, che ha incontrato con Orlando il segretario del Pd -. Era opportuno questo incontro dopo la nostra partecipazione alle primarie, conseguenza della scelta del Partito democratico di aprirsi, senza chiudersi in steccati e recinti. Ci è sembrato opportuno avviare un dialogo col Pd e un percorso di intesa. La prospettiva non è quella di aderire al Pd, ma avviare col Pd una collaborazione”.
McJulio 146p · 587 settimane fa
Spinoza 122p · 587 settimane fa
Skorpiocalisse 135p · 587 settimane fa
Spinoza 122p · 587 settimane fa
nunzioPugno 133p · 587 settimane fa
McMARINOforever 146p · 587 settimane fa
l'emendamento
che favorisce le slot"
E assicura che la norma, contenuta nel decreto salva-Roma, cambierà
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BRAVO MATTEO
Striglia quelle tdc che hanno votato a favore
McMARINOforever 146p · 587 settimane fa
McJulio 146p · 587 settimane fa
È lì che, come riferiscono alcuni dei presenti, arriva il giudizio tagliente: "Enrico Letta è più intelligente di Matteo Renzi, potrebbe tagliarlo fuori. E il sindaco di Firenze lo sa, per questo vuole andare al voto subito". Così Casaleggio spiega che occorre tenersi pronti, che a gennaio arriverà in Parlamento la legge elettorale e il Movimento dovrà aspettarla al varco con una sua proposta, da far vagliare agli attivisti tramite il portale. Davanti ai microfoni il concetto è espresso in maniera lapidaria: "A breve non ci sarà nessun cambiamento, l'anno prossimo forse sì".
Ma il leader del M5s non è arrivato a Roma per parlare di politica. È la comunicazione ad attirare il suo interesse, quella interna e quella esterna. Qualcosa in questi mesi non ha funzionato nello staff. Funzionano male i vasi comunicanti tra Camera e Senato e occorre riorganizzarsi. "Nessuno stravolgimento dell'organigramma, ma una definizione più puntuale del chi fa cosa, ognuno con il suo settore di competenza", spiegano. La situazione probabilmente è più preoccupante di quanto non si riferisca a carte scoperte. Al punto che nel pomeriggio si sparge la voce, prontamente smentita, che a Nicola Biondo, responsabile alla camera bassa, sarebbe stato dato il benservito. Il punto lo si farà a metà gennaio, quando i due staff di Montecitorio e Palazzo Madama accoglieranno insieme il guru. "In quella occasione incontrerà anche tutti i parlamentari in assemblea, visto che oggi non c'è stato modo".
Le criticità non hanno riguardato solo lo staff. Così una pattuglia di senatori ha chiesto di confrontarsi con lui. Richiesta accettata. Verso le 15.30 la stanzetta della capogruppo Paola Taverna ("Io stavo al presidio davanti al ministero dell'Economia, nemmeno sapevo che veniva", giura lei) si riempie con una quindicina di onorevoli tra i più critici. Sollevano il problema delle tante, troppe, divisioni nelle realtà locali, che minano l'unità e l'armonia del Movimento. Facce scure all'uscita. Laura Bignami, che aveva già preteso un confronto con Beppe Grillo, si allontana con un lapidario "Buon Natale". E se alcuni dei cosidetti dissidenti si lamentano per i "dieci minuti scarsi che ci ha dedicato", resta comunque il fatto che i più critici non hanno voluto spingere sull'acceleratore, non prendendolo di petto sui temi più spinosi. "Era molto sfuggente - spiegano - non è stato possibile". Forse, a spargere un po' di cenere sotto la brace, è stato l'incontro avuto in settimana dai senatori con il capo della comunicazione di Palazzo Madama, Claudio Messora (che oggi non era presente). "Un incontro non risolutivo - spiega uno dei contestatori più animati - ma parlare fa sempre bene". La verità è che al Senato il gruppo resta spaccato. Nelle votazioni per il capogruppo in 21 hanno scelto l'ortodosso Vincenzo Santangelo, e ben in 18 il dialogante Maurizio Romani, che il 7 gennaio andranno al ballottaggio. Forse non basterà il ritorno di Casaleggio di qui a qualche settimana per ricompattarlo. "Certo che il dialogo è sempre positivo, a maggior ragione se lo hai di persona", ammettono i dissidenti. Intanto, per ora, il guru se ne è andato, accompagnato dal fido Pietro Dettori. Appuntamento alle 17.00, Roma Termini, treno direzione Milano.
Spinoza 122p · 587 settimane fa
GlassSteagall 119p · 587 settimane fa
McJulio 146p · 587 settimane fa
McJulio 146p · 587 settimane fa
Sam 130p · 587 settimane fa
ventoacqua 138p · 587 settimane fa
Pare non ci creda manco lui al ritorno immediato alle urne...
euge88 76p · 587 settimane fa
Casaleggio, a quanto si è appreso, è solo e sta ricevendo alla spicciolata deputati e senatori. I parlamentari si sono dati appuntamento davanti al ministero dell'Economia alle 14.30.