Silvio Berlusconi in campo, come leader della coalizione, anche se formalmente non come candidato premier. E appoggio del Pdl a Roberto Maroni per la Lombardia. L'accordo tra Silvio Berlusconi e Roberto Maroni è stato raggiunto stamattina ad Arcore, anche se la firma - come tutti gli accordi veri il patto è scritto - sarà messa in calce al papello stilato da Roberto Calderoli e supervisionato da Gianni Letta venerdì prossimo. E poi in serata sarà diramato un comunicato ufficiale che sancisca la rinata alleanza.
È solo una pausa tattica. Che ruota attorno all'enigma Monti. Il Cavaliere è convinto che alla fine il Professore non scenderà in campo come candidato premier. Al massimo farà un endorsement alle liste centriste - da Casini a Montezemolo - che si richiamano al suo operato. Ma l'ex premier non vuole apparire come il killer di Monti, anzi fino a venerdì continuerà a ripetere che se il Prof fosse disponibile sarebbe la guida ideale dei moderati. Poi, il minuto dopo il gran rifiuto, si dichiarerà "costretto" ad unire i moderati, categoria nella quale il Cavaliere mette anche la Lega.
Il che consente di depotenziare anche la fronda montiana interna al Pdl, che nello spazio di pochi giorni è passata dalle quasi minacce di scissione alle manifestazioni di ortodossia berlusconiana. E consente anche a Maroni di superare le resistenze di quella parte della Lega che considera archiviata la stagione dell'alleanza con il Cavaliere. Perché scalare il Carroccio in nome delle ramazze e ritrovarsi con Berlusconi in campo contro le procure è un salto non banale. Maroni ha registrato sull'ipotesi l'ostilità dei barbari sognanti duri e puri. I veneti Flavio Tosi e Luca Zaia, ma anche il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini. Epperò c'è di mezzo una questione di sopravvivenza. Perché la corsa solitaria della Lega significherebbe rinunciare al Pirellone in partenza, e rischiare di non entrare in Parlamento.
E non è un caso che proprio oggi è stata rimandata la conferenza stampa di Maroni prevista in un primo momento in tarda mattinata. E al consiglio federale riunitosi in via Bellerio nel pomeriggio il segretario della Lega non ha presentato l'accordo come già siglato, evitando di mettere i suoi di fronte a scelte già compiute. E limitandosi a mettere a verbale l'intesa con la lista di Giulio Tremonti. Un algido comunicato informa che "il consiglio federale ha dato ampio mandato a Roberto Maroni di gestire la questione delle alleanze alla luce degli sviluppi del quadro politico che ci saranno entro la fine di questa settimana". Tradotto: appena si chiarisce la questione Monti, si ufficializza l'alleanza con il Pdl.
Il perimetro è fissato. Il Pdl converge sulla candidatura dell'ex ministro dell'Interno al Pirellone. In cambio la Lega si allea con Berlusconi per le politiche. Già, con Berlusconi, sia pur nel ruolo di capo della coalizione e non di candidato premier. Un compromesso, legato a un cavillo giuridico più che a una questione sostanziale. Maroni, come anticipato dall'HuffPost, ha spiegato già durante la cena di martedì scorso che non avrebbe retto la candidatura di Berlusconi a palazzo Chigi. E ha proposto di indicare Angelino Alfano. Silvio Berlusconi però ha posto il veto su Alfano: non funziona in televisione, e fa perdere voti a Nord proprio a vantaggio della Lega.
Ecco che il compromesso è affidato a un escamotage giuridico: il Porcellum non prevede l'indicazione del candidato premier, ma del "capo della coalizione". I precedenti delle scorse elezioni dicono che le due cose coincidono, visto che il capo della coalizione è stato sempre indicato come premier, dopo le elezioni. Sia come sia la sfumatura formale consente alla Lega di dire che non sostiene Berlusconi a palazzo Chigi, di far parte di un schieramento anti-montiano guidato dal Cavaliere (che comprenderebbe anche la neo formazione di destra-destra di Ignazio La Russa), rimandando a una successiva intesa la premiership. E a Silvio Berlusconi la lettera del Porcellum permette, semplicemente, di essere in campo a modo suo. Dettaglio, non irrilevante: visto che nessuno pensa che questo schieramento possa vincere le elezioni, la questione della premiership è un non problema.
NOTA CONGIUNTA MELONI - CROSETTO: «Dalla manifestazione tenuta ieri a Roma, che ha registrato una straordinaria partecipazione, sono emerse legittime domande di chiarezza. Sono quelle del nostro popolo, delle imprese, delle famiglie alle quali un partito serio farebbe bene a rispondere invece di “dare le spalle”. Avevamo detto ieri e confermiamo che se queste risposte non ci saranno, saremo costretti a pensare a un nuovo centrodestra. Non intendiamo confluire in un movimento preconfezionato. Vero è invece che il nostro movimento si sta confrontando sia con La Russa che con altre anime del Pdl, ovvero con tutti coloro che condividono le sue fragilità per verificare possibili convergenze».
Paolo Bolognesi, presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 1980, correrà alle primarie per i candidati del Pd al parlamento. Ci ha pensato a lungo, ma a quanto pare alla fine ha sciolto la riserva e deciso di provarci.
Oggi a Roma per presentare il suo libro, "Stragi e mandanti", fa sapere solo che ha convocato una conferenza stampa per mercoledì al bar La linea a Bologna. Il battagliero presidente dei parenti delle vittime è da inizio novembre che medita di tentare l'avventura romana specie per smuovere le acque su tante partite che riguardano la strage. "Quando verrà l'epoca delle primarie ne parleremo", disse a inizio novembre. Il tempo è venuto e anche se è poco e Bolognesi teme il maggiore radicamento di altri candidati (lui ricorda infatti di essere spesso in giro per l'italia), il guanto di sfida è raccolto.
In gara con lui ci saranno l'ex segretario provinciale del Pd di Bologna, Andrea de Maria, e il sindaco del comune terremotato di Crevalcore, Claudio Broglia. Potrebbe aggiungersi Giacomo Venturi, vicepresidente della provincia di Bologna. Chi invece si chiama fuori è il segretario provinciale della Cisl di Bologna, Alessandro Alberani. In bilico Andrea Segrè, l'inventore del Last minute market e presidente del Caab. In casa renziana, sotto le due torri, sarà "derby" tra il deputato uscente Salvatore Vassallo e il rampante Benedetto Zacchiroli.
skorpios il perché ti stia tanto a cuore quello che decide un partito che ti fa schifo, che sbaglia sempre tutto e che non voterai mai, ancora non l'ho capito.
Silvio Berlusconi versione “anti-casta” propone “il patto dei parlamentari“. In che consiste? Dopo massimo due legislature deputati e senatori dovranno tornarsene a casa. Berlusconi è stato ospite di Paolo Del Debbio alla trasmissione Quinta Colonna su Rete 4.
Clima diverso, di fatto gelo, ma per Bersani la sostanza non cambia. Come a ottobre (prima delle primarie), come a dicembre (dopo il successo), il segretario del Pd non molla. Almeno per ora tiene il punto, almeno fino a quando Monti chiarirà cosa vuol fare e soprattutto ‘come’ vuole scendere in campo, cioè venerdì prossimo, al massimo sabato. Un po’ Bersani lo dichiara apertamente proprio entrando alla direzione che discute le regole per le ‘parlamentarie’ del Pd: “Monti deciderà cosa fare, noi facciamo le primarie”. E’ un modo per dire: noi lavoriamo per rianimare la politica nella società, chi ha più filo da tessere, tessa. Che poi è la stessa conclusione maturata al primo faccia a faccia con il premier tecnico agli inizi di ottobre. Ma oggi quella stessa valutazione si iscrive in tutt’altra cornice.
Perché, nonostante la determinazione a difendere fino all’ultimo quanto conquistato finora, a Bersani non sfugge che una discesa in campo da parte di Monti lo metterebbe in difficoltà. Il premier è avvertito che, se decidesse di scendere in campo, il Pd non potrebbe garantirgli la stessa interlocuzione che gli garantisce ora che è ‘risorsa di tutti’. Ora come ora, per lui la strada verso il Colle sarebbe in discesa, fosse per il Pd. Questo Bersani gliel’ha spiegato a Monti. Ma il messaggio non è andato a buon fine. Nel senso che oggi, forse per la prima volta, il segretario del Pd ha toccato con mano la possibilità concreta che Monti sarà protagonista della prossima campagna elettorale. E allora anche il Pd dovrà decidere che atteggiamento assumere nei suoi confronti: non potrà essere avversario, dicono oggi i bersaniani, ma nemmeno alleato. Passaggio stretto: lì si trova Bersani oggi, considerato che una parte del Pd (i montiani e Walter Veltroni che oggi ha avuto un colloquio a quattr’occhi con Bersani alla sede del Pd) accarezza con favore una discesa in campo del professore, pur non immaginando piani di fuga dal partito.
A ben vedere, nemmeno Monti sembrerebbe avere praterie sicure davanti. Anche per lui il passaggio è stretto per scendere in campo, come gli avrebbero fatto intendere anche dal Quirinale. E c’è poi il fatto che una sua lista non viene vista con simpatia anche nella stessa area che lo invoca per un bis, vale a dire i centristi di Montezemolo, Riccardi, Olivero, Casini. Sarebbe una lista concorrente, è il ragionamento, soprattutto per la Camera (al Senato il problema non si porrebbe in quanto dovrebbero unirsi tutti per superare lo sbarramento dell’8 per cento su base regionale), senza considerare che per farla anche il premier dovrebbe raccogliere le firme e di tempo fino al voto non ce n’è tantissimo. Ma pur con tutti i dubbi, i montiani – anche quelli del Pd – danno per certo che alla fine Monti ci sarà. Fino al voto, oltre il voto. Bersani dovrà misurare attentamente le distanze da un rivale tutt'altro che scontato, voluto dall'Europa e dagli Usa. E chissà come si muoverà il suo ex avversario delle primarie, Matteo Renzi, che proprio oggi ha sentito il bisogno di spiegare i motivi del suo silenzio delle ultime settimane: “Aspetto di capire come Bersani deciderà di muoversi e soprattutto quello che farà Mario Monti”. Tra i renziani, c’è chi non esclude un avvicinamento di qualche genere con il professore se questi deciderà davvero di essere della partita ‘voto 2013’.
Pd: accordo in Direzione su regole, anche Renzi alla riunione - Roma, 17 dic. (Adnkronos) - Pier Luigi Bersani ha aperto la Direzione del Partito democratico chiamata a definire le regole per le primarie dei parlamentari del prossimo 29 e 30 dicembre. La riunione e' stata preceduta da una serie di riunioni e contatti in cui le varie anime del partito hanno trovato l'intera sulle modalita' di voto. Alla Direzione, tra l'altro, dopo mesi partecipa anche Matteo Renzi, arrivato da Firenze.
I vari punti sul tavolo della riunione, a questo punto, si avviano a essere sciolti anche se per un voto finale non si esclude un prolungamento a domani. Il listino dovrebbe, quindi, essere un po' piu' consistente e prevedere 80-100 parlamentari scelti per competenza e "nome' compresi i capilista. Le deroghe dovrebbero essere una decina e a disposizione di Bindi, Finocchiaro, Marini tra gli altri. Un 'pacchetto' di deroghe potrebbe poi essere affidato organismi locali per risolvere il caso delle incompatibilita' degli amministratori locali.
Elezioni, Cicchitto: prepariamoci a perdere le elezioni "Velleitari nuovi partiti di centro-destra"
Roma - "A pochi mesi dalle elezioni e' indispensabile essere pronti ad ogni eventualita' sia a quella, ottimale, che si riesca ad aggregare uno schieramento potenzialmente maggioritario di centro-destra, sia anche al fatto che cio' non riesca e che il Pdl in quanto tale debba condurre una difficile battaglia di alternativa alla sinistra". Lo scrive il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, sulla sua pagina Facebook.
"Nell’uno o nell’altro caso, occorre unita', capacita' di iniziativa politica e di elaborazione programmatica, la fine di polemiche inutili" prosegue il deputato pidiellino. "Tutte le iniziative per la nascita di nuovi partiti nel centro-destra sono velleitarie e controproducenti, cosi' come altrettanto sbagliate sono la demonizzazione o la mitizzazione di Mario Monti" conclude.
Roma- «Annunciamo che l`intenzione già nota di dar vita ad un movimento di centrodestra viene confermata. In accordo con il Pdl per correre in coalizione». Ospite di `Porta a Porta`, Ignazio La Russa ufficializza la scissione dal Pdl e la nascita di un suo nuovo soggetto politico.
«Domenica - afferma - c`è stato un incontro di un movimento parallelo degli amici Meloni, Crosetto, Rampelli, Cossiga. Un movimento che ha bisogno ancora di qualche ora per poter insieme a noi dare vita a un movimento autonomo che non sarà composto solo da ex An».
Dopo aver ufficializzato l`addio al Pdl per creare una formazione politica che sarà comunque coalizzata con il partito di via dell`Umiltà, La Russa assicura quindi che nella nuova avventura politica saranno coinvolti anche coloro che non sono ex An. «Il nome - annuncia - non sarà necessariamente `Centro destra nazionale`. L`intenzione è quella di dare più forza al centrodestra».
Il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri non lascia invece il Pdl. «Ho sempre sostenuto - scrive Gasparri in un comunicato - le ragioni dell`unità del centrodestra e ho partecipato con convinzione e con ruolo attivo alla fondazione del Popolo della libertà. Una scelta che ho considerato strategica e non certo transitoria. Una scelta basata su contenuti, volta ad aggregare una vasta realtà alternativa alla sinistra, ancorata alla carta dei valori del Ppe, rispettosa della storia e dei percorsi di tutti coloro che l`hanno condivisa, ma orientata ad un nuovo progetto politico».
«In questi anni - prosegue - anche nei ruoli politici e parlamentari che ho svolto, ho agito per l`unità e la coesione del Pdl che continuo ad auspicare fortemente, cercando su ogni tema la sintesi e le risposte vere a problemi reali. Il Pdl rappresenta l`approdo del cammino compiuto dalla destra politica italiana, per contribuire a fare della nostra una Nazione moderna».
«Ed è questo cammino - continua il capogruppo a palazzo Madama- che intendo continuare a percorrere, per coerenza con quanto ho fatto con profonda convinzione. Sono rispettoso del dibattito in corso e delle importanti e difficili scelte che ciascuno deve compiere. Lavorare nel cantiere di un fronte di centrodestra, che veda nel Pdl una forza indispensabile per qualsiasi proposta politica che non intenda far prevalere la sinistra, è la mia scelta. Oggi convinta come ieri, perché - conclude - guarda ai contenuti prima ancora che alle persone o agli strumenti. Mi auguro che ci sia tempo e modo per far vincere l`unità del Pdl».
Al solito, tutti i partiti fanno 0, il PD fa 9, ma l'elettore di sx (per troppa autocritica e insito masochismo) e la stampa più variegata (perchè sbroccano al pensiero di una vittoria bersaniana) si lamenta perchè il PD doveva fare 10 o forse 11.
Olivero (ACLI) allontana FLI e Fini dalla Lista Monti.
O vuole dettare la linea o ha intenzione di mandare tutto in malora per poi accasarsi in IBC o ha poca lungimiranza e non si accorge che FLI ha il bacino elettorale più sommerso della politica italiana.
Berlusconi: primo punto programma,no Imu Il primo punto del nostro programma è l'immediata abolizione dell'Imu. Abbiamo già pronto un progetto di legge". Lo annuncia l'ex premier Berlusconi parlando a 'Quinta colonna'. B)B)
troppo casino su queste deroghe. Come al solito si vuole vedere la pagliuzza quando c'è, o peggio ancora inventarsela quando non c'è. mi pare sia stato chiarito che TUTTI si sottoporranno alla prova delle primarie, che senso ha continuare a parlare di deroghe? fare i bastian conviene davvero?
Sono curioso di vedere quale straordinario metodo democratico di selezione dei parlamentari avranno gli arancioni. Immagino che il Fatto sarà molto attento alla cosa.
Sul sito del fatto sono scatenati sulle deroghe...non hanno tutti i torti...obiettivamente la deroga alla finocchiaro per me e' assurda...cioe' e' in parlamento dall'83...
Che differenza c'è fra Local Constitency Vote e PR (Proportional Representation) Block.
Il numero dei voti è lo stesso quindi ciascun elettore doveva esprimere obbligatoriamente 2 voti, pena l'annullamento del voto.
Beh, in pratica 300 seggi si assegnano col maggioritario o il proporzionale (non so quale dei due) e 180 seggi col maggioritario o proporzionale (non so quale dei due).
sam, io quando parlo di d'alema mi riferisco a d'alema. Non al Pd o ai piddini.
L'occhio per occhio è vecchio di circa 3mila anni. Non mi piace categorizzare le persone. Io voterò sel, non sono sel o vendola. Tu sei sam, non sei il pd. Ognuno ha una propria mente e coscienza, non sono e non sarò mai gregge. E' mortificante essere ridotti e limitati in questo modo.
da alcune parti si legge che le deroghe dei vari tonini, finocchiaro, marini sono state approvate. in altre che si deve ancora decidere. voi che sapete?
Aggiorno la mia personalissima stima sulla situazione ad oggi, con percentuali e seggi al Senato. Ricordo che la soglia di sbarramento al senato per le coalizioni è il 20%, quindi chi è sotto quella soglia deve fare un listone unico. Continuo ad aggiornarla nei prossimi giorni, fino a quando le alleanza non saranno chiarite:
IBC 40,5% (PD 33.5%, SEL 5.5%, PSI 1,0%, Altri 0.5%) Seggi: 183 (PD 152, SEL 29, PSI 2) Destra Berlusconi: 19,0% (PdL 16.5%, Destra 2%, altri CD 0,5%) Seggi 53 (PdL 46, Destra 5, Altri CD 2) M5S: 16,5% Seggi: 44 Listone Monti (UDC, FLI, Montezemolo, Grande Sud, MPA) 10%. Seggi 22 Lega 5,5% Seggi: 11 Listone Arancione (De Magistris, IdV, Verdi, PdCI, PRC) 5,5% Seggi 1 Fermare il Declino 2,0% Seggi 0 Altri 1,0% Seggi 0.
La riduzione a metà del numero delle firme necessarie per la presentazione delle liste alle prossime elezioni politiche è stata decisa oggi con un decreto legge. La riduzione è aumentata del 60% per i partiti costituiti in gruppo parlamentare almeno in una delle due Camere. Confermato l'esonero dalla raccolta delle firme per i partiti già in Parlamento dall'inizio della legislatura.
intanto Zingaretti è partito con la campagna elettorale, tanti manifesti in giro per Roma però ha promesso che non ci sarà nessun manifesto abusivo (grave piaga a Roma) perchè la legalità inizia anche da questo. Vediamo se manterrà la promessa http://www.nicolazingaretti.it/blog/immagina-un-n...
da questo sondaggio parrebbe che Monti al PD non toglie una virgola ma devo dire che è un sondaggio pagliacciata perchè prevede che i berlusconiani e Berlusconi si accodino dietro Monti e a braccetto con Casini e Fini
Vedremo tra 60 giorni di quanto rimarra' questo 25% dei Moderati per Monti, sempre se si presenta direttamente , ho una mia idea che per invogliarlo a scendere in campo sia un po' gonfiato, puo' darsi che Bersani questa sera gli abbia detto , statti tranquillo che se io vinco diventerai Presidente della Repubblica , a differenza del nano che va in tutti i posti non vedo Monti farsi pubblicita diretta che gli italiani votino per lui.Mentre per il nano gli argomenti sono sempre gli stessi , fuori la Imu , gli altri sono comunisti , i giudici (prima delle elezioni verra giudicato per la ruby rubacuori) sono tutti comunisti , la Corte Costituzionale tutti comunisti , la Costituzione ha fermato tutte le mie riforme ( quando aveva la maggioranza assoluta Camera e Senato). Per cui mi sa' che il Monti non vuole crearsi problemi , quando puo' stare tranquillo ad aspettare sulla riva del fiume vedere passare il cadavere del nano. ;)
la situazione e` chiara mi pare: Monti togliera` voti al PD dal centro Ingroia togliera` voti al PD da sinistra Giannetto togliera` i voti dei renziani del PD La Brambilla togliera` i voti degli animalisti vegani del PD Magdi Cristiano Allam togliera` i voti di tutti i mussulmani convertiti del PD
in conclusione: se l'affluenza supera il 70% e` remuntada di Berlusconi. Ora sentiamoci un po' di Cacciari che dara` qualche altro consiglio astutissimo.
DallaPerché l'obiettivo è altro: blindare il Nord e provare a rendere ingovernabile il Senato vincendo in Lombardia e Veneto. Ecco che per favorire la corsa di Maroni al Pirellone Silvio Berlusconi si è messo a giocare pesante, provando a far rientrare la candidatura di Gabriele Albertini: "Prima gli sfiliamo Formigoni - dice un ex ministro - poi parliamo con lui. Se Roberto vuole i cinque collegi che ha chiesto deve ritirare l'appoggio a Albertini". Mentre sul piano nazionale il recupero è affidato a una campagna elettorale del Cavaliere senza tregua, soprattutto in tv. L'ultimo sondaggio arrivato sulla scrivania di Arcore dice che con Berlusconi in campo il Pdl è risalito di due punti. (H.P.)
Mauro 148p · 638 settimane fa
Mauro 148p · 638 settimane fa
McJulio 146p · 639 settimane fa
È solo una pausa tattica. Che ruota attorno all'enigma Monti. Il Cavaliere è convinto che alla fine il Professore non scenderà in campo come candidato premier. Al massimo farà un endorsement alle liste centriste - da Casini a Montezemolo - che si richiamano al suo operato. Ma l'ex premier non vuole apparire come il killer di Monti, anzi fino a venerdì continuerà a ripetere che se il Prof fosse disponibile sarebbe la guida ideale dei moderati. Poi, il minuto dopo il gran rifiuto, si dichiarerà "costretto" ad unire i moderati, categoria nella quale il Cavaliere mette anche la Lega.
Il che consente di depotenziare anche la fronda montiana interna al Pdl, che nello spazio di pochi giorni è passata dalle quasi minacce di scissione alle manifestazioni di ortodossia berlusconiana. E consente anche a Maroni di superare le resistenze di quella parte della Lega che considera archiviata la stagione dell'alleanza con il Cavaliere. Perché scalare il Carroccio in nome delle ramazze e ritrovarsi con Berlusconi in campo contro le procure è un salto non banale. Maroni ha registrato sull'ipotesi l'ostilità dei barbari sognanti duri e puri. I veneti Flavio Tosi e Luca Zaia, ma anche il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini. Epperò c'è di mezzo una questione di sopravvivenza. Perché la corsa solitaria della Lega significherebbe rinunciare al Pirellone in partenza, e rischiare di non entrare in Parlamento.
E non è un caso che proprio oggi è stata rimandata la conferenza stampa di Maroni prevista in un primo momento in tarda mattinata. E al consiglio federale riunitosi in via Bellerio nel pomeriggio il segretario della Lega non ha presentato l'accordo come già siglato, evitando di mettere i suoi di fronte a scelte già compiute. E limitandosi a mettere a verbale l'intesa con la lista di Giulio Tremonti. Un algido comunicato informa che "il consiglio federale ha dato ampio mandato a Roberto Maroni di gestire la questione delle alleanze alla luce degli sviluppi del quadro politico che ci saranno entro la fine di questa settimana". Tradotto: appena si chiarisce la questione Monti, si ufficializza l'alleanza con il Pdl.
Il perimetro è fissato. Il Pdl converge sulla candidatura dell'ex ministro dell'Interno al Pirellone. In cambio la Lega si allea con Berlusconi per le politiche. Già, con Berlusconi, sia pur nel ruolo di capo della coalizione e non di candidato premier. Un compromesso, legato a un cavillo giuridico più che a una questione sostanziale. Maroni, come anticipato dall'HuffPost, ha spiegato già durante la cena di martedì scorso che non avrebbe retto la candidatura di Berlusconi a palazzo Chigi. E ha proposto di indicare Angelino Alfano. Silvio Berlusconi però ha posto il veto su Alfano: non funziona in televisione, e fa perdere voti a Nord proprio a vantaggio della Lega.
Ecco che il compromesso è affidato a un escamotage giuridico: il Porcellum non prevede l'indicazione del candidato premier, ma del "capo della coalizione". I precedenti delle scorse elezioni dicono che le due cose coincidono, visto che il capo della coalizione è stato sempre indicato come premier, dopo le elezioni. Sia come sia la sfumatura formale consente alla Lega di dire che non sostiene Berlusconi a palazzo Chigi, di far parte di un schieramento anti-montiano guidato dal Cavaliere (che comprenderebbe anche la neo formazione di destra-destra di Ignazio La Russa), rimandando a una successiva intesa la premiership. E a Silvio Berlusconi la lettera del Porcellum permette, semplicemente, di essere in campo a modo suo. Dettaglio, non irrilevante: visto che nessuno pensa che questo schieramento possa vincere le elezioni, la questione della premiership è un non problema.
GlassSteagall 119p · 639 settimane fa
GlassSteagall 119p · 638 settimane fa
McJulio 146p · 638 settimane fa
Oggi a Roma per presentare il suo libro, "Stragi e mandanti", fa sapere solo che ha convocato una conferenza stampa per mercoledì al bar La linea a Bologna. Il battagliero presidente dei parenti delle vittime è da inizio novembre che medita di tentare l'avventura romana specie per smuovere le acque su tante partite che riguardano la strage. "Quando verrà l'epoca delle primarie ne parleremo", disse a inizio novembre. Il tempo è venuto e anche se è poco e Bolognesi teme il maggiore radicamento di altri candidati (lui ricorda infatti di essere spesso in giro per l'italia), il guanto di sfida è raccolto.
In gara con lui ci saranno l'ex segretario provinciale del Pd di Bologna, Andrea de Maria, e il sindaco del comune terremotato di Crevalcore, Claudio Broglia. Potrebbe aggiungersi Giacomo Venturi, vicepresidente della provincia di Bologna. Chi invece si chiama fuori è il segretario provinciale della Cisl di Bologna, Alessandro Alberani. In bilico Andrea Segrè, l'inventore del Last minute market e presidente del Caab. In casa renziana, sotto le due torri, sarà "derby" tra il deputato uscente Salvatore Vassallo e il rampante Benedetto Zacchiroli.
deleted5181689 111p · 639 settimane fa
GlassSteagall 119p · 639 settimane fa
Luigi De Michele 118p · 639 settimane fa
McJulio 146p · 639 settimane fa
pd 32.9
sel 5.1
psi 1.4
api 0.4
udc 4.4
lista montezuma 3
futuro e libertà 2.5
mpa-grande sud 1
pdl 16
lega nord 5.8
la destra 2.5
idv 1.4
commies 1.9
lista bonino-pannella 0.7
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altri 2.9
astensione 28.3
indecisi 11.1
bianca 2.5
preso su sp
McJulio 146p · 639 settimane fa
Luigi De Michele 118p · 639 settimane fa
McJulio 146p · 639 settimane fa
Perché, nonostante la determinazione a difendere fino all’ultimo quanto conquistato finora, a Bersani non sfugge che una discesa in campo da parte di Monti lo metterebbe in difficoltà. Il premier è avvertito che, se decidesse di scendere in campo, il Pd non potrebbe garantirgli la stessa interlocuzione che gli garantisce ora che è ‘risorsa di tutti’. Ora come ora, per lui la strada verso il Colle sarebbe in discesa, fosse per il Pd. Questo Bersani gliel’ha spiegato a Monti. Ma il messaggio non è andato a buon fine. Nel senso che oggi, forse per la prima volta, il segretario del Pd ha toccato con mano la possibilità concreta che Monti sarà protagonista della prossima campagna elettorale. E allora anche il Pd dovrà decidere che atteggiamento assumere nei suoi confronti: non potrà essere avversario, dicono oggi i bersaniani, ma nemmeno alleato. Passaggio stretto: lì si trova Bersani oggi, considerato che una parte del Pd (i montiani e Walter Veltroni che oggi ha avuto un colloquio a quattr’occhi con Bersani alla sede del Pd) accarezza con favore una discesa in campo del professore, pur non immaginando piani di fuga dal partito.
A ben vedere, nemmeno Monti sembrerebbe avere praterie sicure davanti. Anche per lui il passaggio è stretto per scendere in campo, come gli avrebbero fatto intendere anche dal Quirinale. E c’è poi il fatto che una sua lista non viene vista con simpatia anche nella stessa area che lo invoca per un bis, vale a dire i centristi di Montezemolo, Riccardi, Olivero, Casini. Sarebbe una lista concorrente, è il ragionamento, soprattutto per la Camera (al Senato il problema non si porrebbe in quanto dovrebbero unirsi tutti per superare lo sbarramento dell’8 per cento su base regionale), senza considerare che per farla anche il premier dovrebbe raccogliere le firme e di tempo fino al voto non ce n’è tantissimo. Ma pur con tutti i dubbi, i montiani – anche quelli del Pd – danno per certo che alla fine Monti ci sarà. Fino al voto, oltre il voto. Bersani dovrà misurare attentamente le distanze da un rivale tutt'altro che scontato, voluto dall'Europa e dagli Usa. E chissà come si muoverà il suo ex avversario delle primarie, Matteo Renzi, che proprio oggi ha sentito il bisogno di spiegare i motivi del suo silenzio delle ultime settimane: “Aspetto di capire come Bersani deciderà di muoversi e soprattutto quello che farà Mario Monti”. Tra i renziani, c’è chi non esclude un avvicinamento di qualche genere con il professore se questi deciderà davvero di essere della partita ‘voto 2013’.
GlassSteagall 119p · 639 settimane fa
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Roma, 17 dic. (Adnkronos) - Pier Luigi Bersani ha aperto la Direzione del Partito democratico chiamata a definire le regole per le primarie dei parlamentari del prossimo 29 e 30 dicembre. La riunione e' stata preceduta da una serie di riunioni e contatti in cui le varie anime del partito hanno trovato l'intera sulle modalita' di voto. Alla Direzione, tra l'altro, dopo mesi partecipa anche Matteo Renzi, arrivato da Firenze.
I vari punti sul tavolo della riunione, a questo punto, si avviano a essere sciolti anche se per un voto finale non si esclude un prolungamento a domani. Il listino dovrebbe, quindi, essere un po' piu' consistente e prevedere 80-100 parlamentari scelti per competenza e "nome' compresi i capilista. Le deroghe dovrebbero essere una decina e a disposizione di Bindi, Finocchiaro, Marini tra gli altri. Un 'pacchetto' di deroghe potrebbe poi essere affidato organismi locali per risolvere il caso delle incompatibilita' degli amministratori locali.
GlassSteagall 119p · 639 settimane fa
"Velleitari nuovi partiti di centro-destra"
Roma - "A pochi mesi dalle elezioni e' indispensabile essere pronti ad ogni eventualita' sia a quella, ottimale, che si riesca ad aggregare uno schieramento potenzialmente maggioritario di centro-destra, sia anche al fatto che cio' non riesca e che il Pdl in quanto tale debba condurre una difficile battaglia di alternativa alla sinistra". Lo scrive il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, sulla sua pagina Facebook.
"Nell’uno o nell’altro caso, occorre unita', capacita' di iniziativa politica e di elaborazione programmatica, la fine di polemiche inutili" prosegue il deputato pidiellino. "Tutte le iniziative per la nascita di nuovi partiti nel centro-destra sono velleitarie e controproducenti, cosi' come altrettanto sbagliate sono la demonizzazione o la mitizzazione di Mario Monti" conclude.
GlassSteagall 119p · 639 settimane fa
Roma- «Annunciamo che l`intenzione già nota di dar vita ad un movimento di centrodestra viene confermata. In accordo con il Pdl per correre in coalizione». Ospite di `Porta a Porta`, Ignazio La Russa ufficializza la scissione dal Pdl e la nascita di un suo nuovo soggetto politico.
«Domenica - afferma - c`è stato un incontro di un movimento parallelo degli amici Meloni, Crosetto, Rampelli, Cossiga. Un movimento che ha bisogno ancora di qualche ora per poter insieme a noi dare vita a un movimento autonomo che non sarà composto solo da ex An».
Dopo aver ufficializzato l`addio al Pdl per creare una formazione politica che sarà comunque coalizzata con il partito di via dell`Umiltà, La Russa assicura quindi che nella nuova avventura politica saranno coinvolti anche coloro che non sono ex An. «Il nome - annuncia - non sarà necessariamente `Centro destra nazionale`. L`intenzione è quella di dare più forza al centrodestra».
Il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri non lascia invece il Pdl. «Ho sempre sostenuto - scrive Gasparri in un comunicato - le ragioni dell`unità del centrodestra e ho partecipato con convinzione e con ruolo attivo alla fondazione del Popolo della libertà. Una scelta che ho considerato strategica e non certo transitoria. Una scelta basata su contenuti, volta ad aggregare una vasta realtà alternativa alla sinistra, ancorata alla carta dei valori del Ppe, rispettosa della storia e dei percorsi di tutti coloro che l`hanno condivisa, ma orientata ad un nuovo progetto politico».
«In questi anni - prosegue - anche nei ruoli politici e parlamentari che ho svolto, ho agito per l`unità e la coesione del Pdl che continuo ad auspicare fortemente, cercando su ogni tema la sintesi e le risposte vere a problemi reali. Il Pdl rappresenta l`approdo del cammino compiuto dalla destra politica italiana, per contribuire a fare della nostra una Nazione moderna».
«Ed è questo cammino - continua il capogruppo a palazzo Madama- che intendo continuare a percorrere, per coerenza con quanto ho fatto con profonda convinzione. Sono rispettoso del dibattito in corso e delle importanti e difficili scelte che ciascuno deve compiere. Lavorare nel cantiere di un fronte di centrodestra, che veda nel Pdl una forza indispensabile per qualsiasi proposta politica che non intenda far prevalere la sinistra, è la mia scelta. Oggi convinta come ieri, perché - conclude - guarda ai contenuti prima ancora che alle persone o agli strumenti. Mi auguro che ci sia tempo e modo per far vincere l`unità del Pdl».
DJ Bettino Renzosh 134p · 639 settimane fa
Luigi De Michele 118p · 639 settimane fa
O vuole dettare la linea o ha intenzione di mandare tutto in malora per poi accasarsi in IBC o ha poca lungimiranza e non si accorge che FLI ha il bacino elettorale più sommerso della politica italiana.
Come minimo il peggior avvio possibile.
Skorpiocalisse 135p · 639 settimane fa
Luigi De Michele 118p · 639 settimane fa
zioFrancis 73p · 639 settimane fa
LorenzoRM 103p · 639 settimane fa
deleted5181689 111p · 639 settimane fa
Il primo punto del nostro programma è l'immediata abolizione dell'Imu. Abbiamo già pronto un progetto di legge". Lo annuncia l'ex premier Berlusconi parlando a 'Quinta colonna'.
B) B)
LorenzoRM 103p · 639 settimane fa
Mauro 148p · 639 settimane fa
McCommodo 126p · 639 settimane fa
gianlu3 pisapiano 128p · 639 settimane fa
Mauro 148p · 639 settimane fa
fbo64 115p · 639 settimane fa
deleted5181689 111p · 639 settimane fa
e tra gli ospiti c'è pure barbato.
L'uomo artificiale 103p · 639 settimane fa
Che differenza c'è fra Local Constitency Vote e PR (Proportional Representation) Block.
Il numero dei voti è lo stesso quindi ciascun elettore doveva esprimere obbligatoriamente 2 voti, pena l'annullamento del voto.
Beh, in pratica 300 seggi si assegnano col maggioritario o il proporzionale (non so quale dei due) e 180 seggi col maggioritario o proporzionale (non so quale dei due).
Mauro 148p · 639 settimane fa
L'occhio per occhio è vecchio di circa 3mila anni. Non mi piace categorizzare le persone. Io voterò sel, non sono sel o vendola. Tu sei sam, non sei il pd. Ognuno ha una propria mente e coscienza, non sono e non sarò mai gregge. E' mortificante essere ridotti e limitati in questo modo.
McCommodo 126p · 639 settimane fa
deleted5181689 111p · 639 settimane fa
voi che sapete?
McFabbio2 131p · 639 settimane fa
Ricordo che la soglia di sbarramento al senato per le coalizioni è il 20%, quindi chi è sotto quella soglia deve fare un listone unico.
Continuo ad aggiornarla nei prossimi giorni, fino a quando le alleanza non saranno chiarite:
IBC 40,5% (PD 33.5%, SEL 5.5%, PSI 1,0%, Altri 0.5%) Seggi: 183 (PD 152, SEL 29, PSI 2)
Destra Berlusconi: 19,0% (PdL 16.5%, Destra 2%, altri CD 0,5%) Seggi 53 (PdL 46, Destra 5, Altri CD 2)
M5S: 16,5% Seggi: 44
Listone Monti (UDC, FLI, Montezemolo, Grande Sud, MPA) 10%. Seggi 22
Lega 5,5% Seggi: 11
Listone Arancione (De Magistris, IdV, Verdi, PdCI, PRC) 5,5% Seggi 1
Fermare il Declino 2,0% Seggi 0
Altri 1,0% Seggi 0.
Eu88 102p · 639 settimane fa
alexmad86 112p · 639 settimane fa
alexmad86 112p · 639 settimane fa
http://www.nicolazingaretti.it/blog/immagina-un-n...
alexmad86 112p · 639 settimane fa
pussipussi 105p · 639 settimane fa
Mauro 148p · 639 settimane fa
Pubblico io il post con il sondaggio vero e proprio, domani mattina
L'uomo artificiale 103p · 639 settimane fa
Un risultato in controtendenza rispetto agli ultimi anni, mi pare.
cacio · 639 settimane fa
tutto free
Mauro 148p · 639 settimane fa
Monti togliera` voti al PD dal centro
Ingroia togliera` voti al PD da sinistra
Giannetto togliera` i voti dei renziani del PD
La Brambilla togliera` i voti degli animalisti vegani del PD
Magdi Cristiano Allam togliera` i voti di tutti i mussulmani convertiti del PD
in conclusione: se l'affluenza supera il 70% e` remuntada di Berlusconi. Ora sentiamoci un po' di Cacciari che dara` qualche altro consiglio astutissimo.
L'ho riportata.. merita :)
Bravo ElPollo :)
Mauro 148p · 639 settimane fa
:)
cacio · 639 settimane fa
spinoza968 78p · 639 settimane fa
Mauro 148p · 639 settimane fa