Sì, va bene, ovviamente lo sapevo, era solo un primo riferimento, ma le cifre sono talmente diverse da non dare adito a dubbi; comunque ci sono molti altri dati che puoi riscontrare in giro sulla questione, la Gelmini è indifferente.

D'altronde, sarebbe strano il contrario, visto che parliamo di due contesti totalmente diversi in cui difficilmente il pubblico riesce a essere "competitivo" su un piano puramente aritmetico perché - sono il primo a dirlo, lo ripeto - lascia il tempo che trova; è evidente che il pubblico costa di più, parecchio di più, per una questione sistemica ma questo non vuol dire assolutamente che sia "sostituibile" ma solo integrabile, ci mancherebbe. Non ho mai sostenuto il contrario; né quegli studi lo dicono. Dicono solo che se ADESSO tu dovessi nel pubblico dare assistenza a quella piccola parte di popolazione scolastica italiana (credo sia un 10% circa) che non frequenta il pubblico ti troveresti ORA a dover investire diversi miliardi di euro, tutto qui. Scendo... a più tardi o domani...

Guarda, io ho sempre e solo frequentato scuole e università pubbliche nel bene e nel male, quindi non prendere le mie precisazioni come un appoggio indiscriminato alla scuola privata CONTRO la scuola pubblica, tutt'altro.

Nonostante ci sia un po' di lotta in me tra l'anima radicale e quella liberale alla fine prevale l'opzione della libertà educativa dei genitori, ovvero, nel mio piccolo:

1) la scuola pubblica sia universale e laica; però, al momento, la scuola dell'infanzia (ricordo, circa un 40-50% del totale dei fondi), non rientrando nell'obbligo, non è totalmente coperta dal sistema pubblico quindi, per me, lì la sussidiarietà è non solo una risorsa economicamente sensata ma addirittura un dovere; in quanto agli IRC non mi piace questa conseguenza del trattato concordatario però non vedo molte alternative concrete e poi comunque si dovrebbero riconvertire questi insegnanti ad altre materie, operazione quanto mai improbabile in tempi brevi e in massa, a meno di non volerli buttare in mezzo a una strada;

2) per quanto riguarda la scuola dell'obbligo la gran parte di quei fondi alle paritarie va alla scuola primaria e molto molto poco arriva fino alle secondarie superiori, giusto per rendere l'idea; qui la sussidiarietà non c'entra e subentra il concetto per cui se, da genitore, intendo mandare mio figlio a una scuola con un orientamento particolare (in Italia, de facto, significa cattolica nel 90% dei casi, è certo; ma per me, idealmente, significherebbe per esempio solo scegliere un insegnamento con maggiore enfasi sulle lingue straniere e del tutto aconfessionale) dovrei poter ricevere un piccolo aiuto (perché molto piccolo alla fine è, per famiglia) sotto forma paragonabile a quella del "buono scuola". Non un vero e proprio diritto dunque ma un lieve aiuto.

Tu hai ragione sui "tagli" alla scuola pubblica, per carità; in teoria le due cose non dovrebbero essere collegate anche perché parliamo di cifre su ordini di grandezza del tutto diversi (oltre 50 miliardi di euro all'anno contro 500 milioni che, tra l'altro, negli ultimi anni sono stati spesso ritardati e decurtati) però posso capire l'indignazione. Un caro saluto, sto per scendere dal trenooooo...

P.S.: per la mia piccola di 5 anni, che va a una scuola non pubblica, io non prendo niente di niente e, non essendo paritaria, trovo anche giusto che sia così.

p.s.

nel caso qualcuno fosse vissuto all'estero negli ultimi 20 anni faccio presente che l'esempio fatto sopra può essere riadattato pari pari anche per gli altri due pilastri dell'assistenza pubblica:
sanità e welfare.

E quindi fai "m a c e l l e r i a" sociale di 15.000 - 25.000 insegnanti IRC come se niente fosse? :D

Prova a dirglielo ai sindacati, praticamente tutti, anche quelli confederali, che li rappresentano... ;)