angelogeminiani

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10 years ago @ Smartfeeling - L'assistente virtuale ... · 0 replies · +1 points

Monika, questo articolo risale a ben 4 anni fa e ad oggi Ikea ha spostato i server e rivisto diversi servizi, per cui non credo sia facile ritrovare tutto il materiale ed i contenuti di quel periodo.
A quale presentazione ti riferisci?
P.S.
tieni presente che io non lavoro per Ikea :)

11 years ago @ Smartfeeling - Usability vs. User Exp... · 0 replies · +1 points

Bene, allora visto che siamo già in due conviene pensare anche all'impianto di risalita. O pensavi di fare del fitness?

11 years ago @ Smartfeeling - User Experience e User... · 0 replies · +1 points

Hai ragione Maria, sarà un tema di grande interesse.
UX e UI sono temi ancora poco chiari al "grande pubblico" e forse non lo saranno mai.
Dovrebbero invece diventare oggetto di riflessione per ogni azienda di produzione, che si tratti di software o di macchine da cucire.
Di sicuro avrai letto "La caffettiera del masochista. Psicopatologia degli oggetti quotidiani". Ecco a mio avviso dovrebbe essere letto anche da ogni imprenditore italiano.

Se hai qualcosa da dire a proposito di UX, considera questo blog a tua completa disposizione.
Mi farebbe un piacere immenso poter ospitare i tuoi post.

12 years ago @ Smartfeeling - Quel soldatino che non... · 0 replies · +2 points

@Luca, il nome. Hai ragione, si vede che manca il tocco di un copy.
Beh, consideriamo in Beta anche quello :)

12 years ago @ Smartfeeling - Quel soldatino che non... · 0 replies · +3 points

@Lanfranco, io sto provando Volunia da poco piu' di 24 ore. Ho trovato molti bachi, ma non mi pare un progetto disastroso. Anzi, a dire il vero alcune idee e implementazioni mi piaciono.
Apprezzo il lavoro fatto, ci sono cose di una certa qualità. Sto analizzano il Javascript e devo dire che è di ottima qualità. Anche i framework utilizzati sono interessanti, come quello di OpenLayer <a href="http://(http://openlayers.org)" target="_blank">(http://openlayers.org) che è stato implementato per la gestione e l'animazione delle mappe.
Hammo adottato jQuery e non Google Closure <a href="http://(http://code.google.com/closure/)," target="_blank">(http://code.google.com/closure/), il che per un progetto di questa importanza mi ha stupito. Non ho trovato traccia, per ora, di WebSocket, mentre mi salta all'occhio Strophe <a href="http://(http://strophe.im/)" target="_blank">(http://strophe.im/) che forse è la scelta piu' logica se il server è scritto in C++ (personalmente avrei però fatto un'altra scelta).
Purtroppo il meglio sta ben protetto sui server di Volunia :)

12 years ago @ Smartfeeling - 16 buoni consigli per ... · 1 reply · +1 points

Elena, sfondi una porta aperta :)
La situazione italiana legata all'ICT è piuttosto triste in genere, quando poi si parla di internet allora siamo sul tragico (o tragicomico a seconda dei casi). Lasciamo perdere il discorso Social Media, che per molti si limita all' aprire una pagina su Facebook ed abbandonarla al proprio destino.
Penso ci sia moltissimo da fare, ma non sono sicuro che le aziende italiane siano disposte a farlo.
Molti hanno budget risicati e sono piu' propensi ad investire su piattaforme che conoscono meglio, come la carta stampata.

12 years ago @ Smartfeeling - Quel soldatino che non... · 0 replies · +2 points

Francesco, condivido con te la frustrazione di vivere in un paese poco meritocratico e familista.
Sono un imprenditore ed uno start-upper che da oltre 15 anni vive la frustrazione di un rapporto quotidiano con quelli che hai definito poco eufemisticamente "manager idioti". Ne ho conosciuti a centinaia, sono quelli che in genere hanno l'ultima parola sul destino (in genere finanziario) dei tuoi progetti.

Condivido il tuo sfogo e rispetto la tua opinione su Volunia.
Tuttavia ribadisco che Volunia, a prescindere dalle funzionalità attuali, ha una possibilità. Ogni start-up ne ha una.
Certo, non è un progetto del tutto innovativo (gran parte delle funzionalità sono già viste) ma neppure Facebook e Twitter lo erano. In genere nessun progetto e nessuna start-up lo è mai. Nessuno inventa nulla da solo.

A fare la differenza tra il successo e l'insuccesso di una start-up concorrono moltissimi ingredienti, tra cui non ultimo il supporto della propria rete di beta tester (che invece nel caso di Volunia gli si è rivoltata contro).

Il punto su cui ruota il mio post non è Volunia, ma la possibilità di fare start-up in Italia.
Le start-up partono da un'idea, un sogno, che rimettono in discussione ogni singolo giorno, una volta al minuto. E lo fanno per allontanare la prospettiva dell'insuccesso.
E' la verifica delle IPOTESI che porta una start-up verso il successo, mentre sono le METRICHE DELLA VANITA' che la affondano (e lo fanno in un attimo).

Nel caso di Volunia sarà il management a decidere se vorrà capire in quale direzione andare. Come interpretare i feedback ottenuti dalla verifica delle IPOTESI (reazione dei tester) o se crogiolarsi in inutili METRICHE DELLA VANITA' (marketing fine a se stesso).

Resta tuttavia il fatto che oggi in Italia fare start-up è praticamente impossibile. Non abbiamo la "cultura" del fallimento (non è visto come un'esperienza, ma come la fine), siamo diffidenti e poco propensi alla collaborazione, troppo inclini ad esprimere lapidari giudizi di valore piuttosto che identificare e valorizzare i punti di forza di un qualunque progetto (i difetti si possono migliorare, i bachi si correggono, ma se non si è in grado di capire su quali punti di forza far leva durante la scalata, allora si cade).

12 years ago @ Smartfeeling - Quel soldatino che non... · 0 replies · +2 points

Luca, hai ragione. Volunia è stato presentato malissimo e delude le aspettative.
Ma io sono un tecnico ed uno start-upper e sono abituato a guardare oltre la prima impressione o il primo fallimento.

Quello che mi è piaciuto di Marchiori (e di Pireddu che ha in parte pagato i costi) è il coraggio di farlo in Italia.
Io non lo avrei fatto se avessi avuto l'intenzione di innovare nel mondo dei S.E.
Volunia è, prima di ogni altra cosa, una start-up. Ci sta benissimo una partenza stentata, hanno ancora tempo per molti pivot e per ridefinire un milione di volte il business model. Ma se hanno davvero la tecnologia, e in questi 3 anni non hanno dormito, allora hanno una probabilità di farcela.
Quando parlo di farcela, non intendo farcela da soli e diventare il prossimo Google, ma di riuscire magari in una exit verso qualche grosso player (Facebook ad esempio si sta guardando intorno).

Immagino ti sarai chiesto piu' volte come mai in Italia ci siano così poche start-up e come mai chi ha la possibilità cerca capitali all'estero.
Io ho portato il mio primo business plan in banca circa 15 anni fa e ti garantisco che è stata anche l'ultima ed un'esperienza che non riproverò.
Quindi, tanto di cappello a Marchiori e Pireddu che per un solo istante ci hanno fatto sognare una silicon-valley.it.

Quello che invece è mancato a Marchiori e Pireddu è il nostro sostegno.

Chissà, magari tra un anno.... :)

12 years ago @ Smartfeeling - 16 buoni consigli per ... · 0 replies · +1 points

Devo dire che hai ragione quando parli di assenza di "cultura della comunicazione".
Tuttavia non credo sia una questione di dimensioni aziendali, ma piu' di "cultura aziendale" e gap generazionale.

Cerco di spiegarmi meglio.
Una piccola azienda, guidata da un imprenditore aperto e lungimirante, ha molte piu' possibilità di successo sui social media di un'impresa molto piu' grande guidata da un manager ottuso e "padronale".

La comunicazione sui social media è molto differente dalla comunicazione "istituzionalizzata" a cui sono abituate la maggior parte delle aziende. E' una questione di "cultura aziendale".
I paradigmi del web 2.0 non sono adattabili alla comunicazione istituzionale, e viceversa.

Piu' l'azienda è grande e maggiore è la probabilità di trovare manager "omologati" (o cloni o yes man) che tenteranno di osteggiare (anche inconsciamente) qualunque cambiamento o approccio innovativo ai paradigmi utilizzati fino a quel momento.

Chi si trova ad operare in questo contesto sarà "ingessato" da una manica di burocrati con la presunzione di voler "controllare" e "gestire" (2 concetti che riferiti al web 2.0 assumono tutto un altro significato).

Molte "medie e grandi" imprese hanno processi e procedure ben definite. Una sorta di routine quotidiana da cui è difficile uscire, che coinvolge e condiziona anche le campagne di comunicazione. E questo con i social media fa a cazzoti, perchè quando ci si espone e ci si mette la faccia bisogna essere pronti a tutto.

Quindi credo che nel prossimo futuro molte piccole aziende avranno la possibilità di farsi conoscere, crescere ed affermarsi sul mercato proprio grazie alla loro flessibilità, UMILTA' e capacità di comunicare "empaticamente" con il prossimo.

12 years ago @ Smartfeeling - 2012 · 0 replies · +1 points

Ecco un'altra chicca del decreto Monti: http://www.youtube.com/watch?v=FVhKQdPFGZA&fe...
Questa non è innovazione, ma una vergogna. I denaro prima della salute?